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Taste - Sapore (di Kate J)

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Messaggio Da Light. Sab Mag 24, 2008 8:55 pm

Ecco una storia piuttosto famosa nel mondo delle fanfiction di Harry Potter. Taste - ovvero Sapore - è stata scritta da Kate J, autrice inglese, e poi è stata tradotta per la bellezza della storia e per il successo ottenuto.
Se non l'avete mai letta, fatelo, perchè merita. E' NC-17, perciò attenzione.

Taste - Sapore

di Kate J

Rating: un bel po' di sesso.
Ship: H/Hr, ovviamente. Esistonoaltre ship?
Riassunto: Harry ha le allucinazioni? E gliene importa?
Nota dell’Autrice:Sono una peccatrice. Mi rendo
conto che non sarò una delle 177 mila anime salvate quando Gesù tornerà sulla
terra. Ho accettato questa idea. Quindi non ve la prendete con me se questa
storia è troppo esplicita per le vostre sensibilità [inserire qui idee
religiose e/o bigottismo ignorante e presuntuoso]. Non farò altro che parlar
male di voi a tutti quelli che conosco. È solo una fic su Harry Potter, gente.
È solo per divertirci. Questa è smut-fic, roba spinta, quindi vi avverto.
Conoscete tutti la filastrocca del disclaimer: non è roba mia… tutto merito di
JKR… Scholastic… io non ci guadagno niente, eccetera. Non dovete per forza
recensire, ma se lo fate vi ringrazio.


1. Così cominciò (il primo capitolo è effettivamente lunghissimo, perciò ho dovuto dividerlo in tre post)

“Vieni con me”

Ora posso dire con certezza che queste sono le tre parole più pericolose della lingua italiana. Quando lei mi prese per mano, la seguii senza opporre resistenza, totalmente ignaro di quello che aveva in mente. Dopotutto, era Hermione. Lo sgabuzzino per le scope era piuttosto stretto, ma a quel tempo ero ancora un ragazzo puro e innocente, e non avevo la benchè minima idea di cosa sarebbe successo in quello spazio così piccolo. Alcuni di questi scaffali sono piuttosto alti, pensai. Probabilmente ha bisogno che l’aiuti a prendere qualcosa a cui non arriva...

Un ragazzo così innocente. Finchè LO sentii. E non ero più così innocente.

Ripensandoci a mente fredda, devo aver assunto la stessa espressione atterrita di un cervo davanti ai fanali di una macchina. Insomma, non è cosa da tutti i giorni sentire Hermione Granger slacciarmi i pantaloni della divisa da Quidditch e guardarmi come se fossi un...dessert.

Deglutii con veemenza, gli occhi spalancati. La mia bocca continuava a muoversi, ma mi fu impossibile creare un pensiero minimamente coerente, faticavo a tirar fuori una qualsiasi parola.

“Che...che...Hermi...” Fu tutto quello che la mia mente geniale riuscì a produrre. Ma a quel punto si avvicinò ancora di più a me, il suo viso accanto al mio. I suoi occhi erano fissi nei miei. Le sue mani non si erano mosse dai miei pantaloni. Sollevò un dito, le sue dita così sottili, e lo avvicinò alle labbra.

“Shht” sussurrò silenziosamente mentre mi sorrideva. Avevo sempre la bocca mezza aperta e continuavo a non trovare nulla da dire. Deglutii di nuovo. Era l’unica cosa che potevo fare.

Che cosa stai facendo? Sei pazza...? Cosa STA facendo?Fermati fermati fermati fermati fermati...diceva una stupidissima voce nella mia testa. Ovviamente, tacque nell’esatto momento in cui me l’afferrò. Sì, voglio proprio dire questo. Lo teneva tra le mani, la mia pelle a contatto con la sua pelle.

C’era ancora quell’innocente lato di me che non aveva la minimo idea di cosa stesse facendo. Doveva esserci un errore. Ecco...probabilmente mi aveva sbottonato i pantaloni per sbaglio! Da un momento all’altro si sarebbe alzata e avrebbe detto qualcosa tipicamente da Hermione... “Oh scusami tanto Harry, pensavo che fosse la tua tasca! Stavo cercando di darti quest’interessantissima guida allo studio..ti faccio le mie scuse!” Invece...niente. Non una parola.

Il mio cervello stava definitivamente andando in corto circuito. Del tutto. Alla fine fu il mio corpo a reagire per tentare di placare la mia mente, i miei pensieri...Ma lei in qualche modo mi spinse indietro e mi ritrovai appoggiato alla rastrelliera metallica dietro di me. Che cosa sta fac...

Oh! Mio Dio! Cosa diavolo sta...Oh...oh okay, okay, okay. Oh wow. O mio...pensai.

Guardai in giù la sua testa, sentendo la sua lingua fare ogni genere di cosa attorno a me. Avrei voluto dire qualcosa, ma lei mi aveva chiesto di stare in silenzio. Era come se fosse un segreto, qualcosa che lei voleva fare. Io dovevo semplicemente tacere e...trarne il massimo piacere. Beh, se le cose stavano così, chi ero io per oppormi a tutto questo? Fai quello che devi fare, piccola. Sono felice di esserti d’aiuto. Mi misi le mani tra i capelli nel massimo della frustrazione e sorrisi.

Hermione...Hermione Granger mi sta facendo un...pompino...

Non posso credere che tutto questo stia succedendo davvero. Dovrei fermarla, fare qualcosa...qualcosa...oh santo cielo... questo sì che è bello...

NON usare la sua testa come un volante, non importa quanto disperatamente vorresti farlo... Non muoverti più di così altrimenti potrebbe fermarsi...Oh Dio, Hermione...non fermarti...RESISTI all’impulso di spingere contro di lei...non gemere..

Non ero mai arrivato al secondo livello, con una ragazza, nei miei 17 anni. Non che non ci avessi mai pensato o non ne vedessi la possiblità...semplicemente mi era sempre sembrato...strano. Le ragazze ad Hogwarts non si comportavano mai normalmente nei mie confronti. Sembravano...strane, anche loro. Non saprei. C’erano molte notti in cui mi svegliavo da qualche sogno estremamente..piacevole, e pensavo che in fondo non mi sarebbe dispiaciuto essere una sorta di trofeo, Colui-Che-E’-Sopravvissuto, un bel premio per qualche ragazza, ovviamente che facesse di me Colui-Che-E’-Stato-Scopato.

Oh...che diavolo mi prende..? Avevo pensato. Per quale strano motivo sto pensando a queste cose ADESSO???

Gemetti molto più forte di quanto avrei voluto. Oh no! Pensai guardando in giù e sperando con tutto il cuore che non mi avesse sentito. Ma lei sembrava non preoccuparsi minimamente dei miei gemiti.

Quello che voleva, era che io non parlassi. Nessuna di quelle enormi fesserie tipo ‘amoruccio mio-cucciolotto’ che certe persone pensano di dover dire. Niente petali di rose sul pavimento o candele o musica del tutto stupida che dovrebbe creare l’atmosfera, metterti nel giusto stato d’animo. Ero sempre stato piuttosto nervoso con tutto ciò che riguardava queste cose. Per esempio, quando sto per fare sesso per la prima volta, cosa me ne dovrei fare delle scarpe..? Esiste un modo sexy per togliersi le calze..? Non credo proprio...

Ma tutto questo...tutto questo era assolutamente fantastico. Nessuna agitazione, nessuna tensione. Lasciami fare, stai zitto e godi di questa sensazione.
Ferma...che..che cosa sta facendo con la sua...oh...ommioddio...per la barba di Merlino, di Gandalf, per tutti i santi....
AHI ! Pensai, impegnandomi con tutte le mie forze per non gridarlo. Ma credo che anche lei se ne fosse accorta. Denti...maledetti. Sì, se n’era accorta. Quell’improvviso dolore lancinante sparì immediatamente quando iniziò a far scorrere lentamente la sua lingua nel punto che aveva per sbaglio ferito con i denti.

Sto per esplodere. Ne sono sicuro. E’ così calda, così vellutata...non credo che le mie gambe riescano a reggermi un minuto di più contro questa rastrelliera che mi sta tra l’altro penetrando nella schiena...

Fu in quel momento che non riuscii più a mantenere il controllo sul mio corpo e spinsi in avanti. Non potei davvero farne a meno. Era come un istinto primitivo che non potevo trattenere. Riuscivo a sentire la scarica di adrenalina pulsarmi nello stomaco e giù per le gambe, sino portarmi ad esplodere

Hermione. Hermione Granger. Hermione, Hermione, Hermione, Hermione...

Gemetti leggermente più forte, questa volta, e le sfiorai la testa, quei suoi capelli che non mi sembravano più crespi, ma...selvaggi. E come mi piaceva pensare a quei capelli selvaggi. Mi piaceva davvero molto...

Finchè sentii che stava succedendo, prima un piccolo getto che iniziò ad uscire senza controllo a brevi intervalli, e poi si fece più costante. Potevo sentire la mia faccia contorcersi e assumere un’espressione assolutamente idiota. Chiusi gli occhi strizzandoli e infine rimasi paralizzato, lasciandomi invadere completamente da quella magnifica sensazione d’estasi.

Hermione rimase lì, immobile, per circa un minuto, e io sapevo cosa fare. Dovrei dirle qualcosa? Oh Mio Dio...Tutto questo è davvero imbarazzante...Che cosa dovrei dirle...? Perchè sono così tanto imbarazzato? In fondo, è lei quella che mi ha appena fatto...già, già. Però sono IO quello con l’espressione da idiota. Non posso far altro che restare qui, guardarla con questa faccia assolutamente stupida e cercare di riprendere fiato...

Forse dovrei dire qualcosa. Devo...ringraziarla...? Dovrei...

Ehi, ehi! Dove sta andando??

Si era alzata, con la massima naturalezza, si era leccata le labbra sorridendomi con soddisfazione e malizia, sollevando un soppraciglio. Si sistemò la gonna e si pulì un po’ le ginocchia sporche di polvere. Improvvisamente era tornata la solita Hermione Granger, come se nulla fosse successo. Era andata verso la porta, aveva girato la maniglia e aveva guardato fuori con cautela per assicurarsi che nessuno la potesse vedere. E poi...era uscita.


EBBENE...CHE DIAVOLO ERA SUCCESSO..?!?

Crollai a terra e me lo guardai, i pantaloni ancora slacciati. Sorrisi. Era davvero successo...? Hermione Granger mi aveva appena fatto un pompino...davvero..??

Una parte del mio cervello non avrebbe mai smesso di vedere Hermione come una bambina di 11 anni. Per questo solo l’idea di Hermione che provoca in qualcuno un’erezione, lasciamo stare se questo qualcuno sono IO, era abbastanza per lasciarmi totalmente disorientato.


Perchè l’aveva fatto? Era per caso un giorno speciale?

Avevamo semplicemente perso una partita di Quidditch. Contro Tassorosso. No, aspetta, lascia che lo dica di nuovo: contro Tassorosso. Sì, era stato proprio un bel calcio nel....nel nostro ego.
Eravamo tutti piuttosto depressi. Tanto per fare un esempio, Ron avrebbe voluto tirarsi addosso un’ Avada. Se n’era subito andato in camera probabilmente per tenere il broncio, mentre io avevo deciso di andare nella Sala Grande e mettere qualcosa sotto i denti per dimenticare i miei problemi.

Non avevo neanche fatto lo sforzo di cambiarmi, ero andato dritto verso l’entrata, e lì avevo incontrato Hermione. Stava leggendo, naturalmente, e non aveva potuto vedere la partita di Quidditch perchè aveva dovuto aiutare la professoressa McGrannit in un progetto di Trasfigurazione. Meglio così, in effetti. La partita era stata orribile e decisamente imbarazzante. Le raccontai della disastrosa sconfitta e lei mi disse che le dispiaceva molto. Insomma, tutto normale, tutto molto Harry-Hermione.

Forse aveva voluto consolarmi...? Beh, se quello era l’intento, aveva fatto centro. Anche se in realtà avevo l’impressione che l’avesse fatto più per lei stessa che per me. Scoppiai a ridere e sbuffai mentre abbandonai la testa contro il muro.

Hermione Granger aveva voluto farmi un pompino. Forse stava facendo degli esperimenti e aveva pensato che non mi sarebbe dispiaciuto aiutarla. Magari stava facendo delle prove per qualcun altro...? Questo pensiero mi provocò un brontolio che mi risalì dalla gola...ma non ero pronto per affrontarlo, adesso. Forse voleva solo fare sesso e questo le era sembrato il modo più semplice per riuscirci.

Nonostante tutto, non riuscivo a fare a meno di pensare che tutto questo era molto dolce.

Non appena riuscii ad acquisire un pallore per lo meno umano e mi assicurai che il piccolo Harry fosse pronto per partire, uscii dallo sgabuzzino e tornai nella Sala Comune. Ma lì davanti venni colto dal più grande panico. Ero talmente terrorizzato all’idea di vederla dopo quello che era successo che stetti in piedi davanti al ritratto per circa un quarto d’ora. Devo dirle qualcosa? Devo baciarla..? L’avrà detto a qualcuno? Dovrei dirlo a Ron?
Risposi di ‘no’ a tutte le domande e feci il grande passo. Ce la posso fare. Non sarà un problema.

Anzi, spero proprio di incontrarla. Così la faccio finita subito. Oh sì, spero proprio che sia dentro.

Non c’era. Grazie a Dio. Andai dritto verso il mio dormitorio e mi feci una doccia. Sapevo che l’avrei comunque vista a cena, che io lo volessi o no.

Fu l’esperienza più terrorizzante che io avessi mai vissuto. Anche trovarmi faccia a faccia con il piccolo Tommy Riddle sarebbe stata una bazzecola dopo aver affrontato Hermione nella Sala Grande. Era seduta lì, davanti a me, e parlava con Ron come se nulla fosse successo. Si voltò verso Seamus per chiedergli il sale, rise ad una battuta di Ron, si rivolse a me per chiedermi come procedevano i compiti per la Cooman, come faceva sempre. Dovevo sicuramente avere un’espressione piuttosto strana in faccia, perchè Ron non la smetteva un attimo di chiedermi se andava tutto bene, e io continuavo ad annuire senza una parola.

Non c’era neanche il più piccolo barlume di consapevolezza di quello che era successo poco prima.

La guardai di continuo per cogliere un minimo segnale sul suo volto, ma lei non batteva ciglio. Si stava comportando in modo assolutamente...normale. Insomma, come diavolo faceva a comportarsi normalmente quando non più di 2 ore fa la sua bocca, la stessa bocca che ora era attorno alla sua forchetta, era invece totalmente avvolta attorno a me, sperimentando su di me cose molto sporche e terribilmente eccitanti...? Avanti Hermione...dammi un *qualche* segnale...

Nulla. Assolutamente nulla per 2 settimane. Ormai mi ero quasi convinto che fosse stato solo un bellissimo, incredibile sogno. Una stupenda e molto realistica allucinazione prodotta dallo stress per aver perso contro Tassorosso. Doveva essere stato per forza così. All’inizio ricordo di aver pensato che probabilmente aveva deciso di indossare una specie di maschera finchè eravamo davanti agli altri. Eppure, anche nelle occasioni in cui io e lei ci ritrovavamo soli– nella Sala Comune di notte, in biblioteca durante il giorno, nella Sala Grande di mattina prima che Ron ci raggiungesse – non mi dava mai il minimo indizio che qualcosa fosse davvero successo.


Ultima modifica di Light. il Mar Giu 10, 2008 10:12 am - modificato 2 volte.
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Messaggio Da Light. Sab Mag 24, 2008 8:56 pm

Finchè un giorno, quando ormai mi ero definitivamente convinto di essermi sognato tutto, durante una lezione di Piton mi sorrise.

E non era il suo solito sorriso. Era lo stesso sorriso che mi aveva regalato quel giorno nello sgabuzzino, un sorriso che lasciava intendere “abbiamo un segreto”. Il mio sorriso, riservato solo ed esclusivamente a me. La guardai e sentii un Halleluya risuonarmi nelle orecchie, mentre si riaccendeva in me la speranza di non essere diventato completamente matto.

Poco più tardi, lo stesso giorno, stavo percorrendo il corridoio verso la Guferia per mandare una lettera a Sirius, quando all’improvviso sentii due mani che mi afferrarono tirandomi indietro. Era di nuovo lei, e mi sorrideva con quel sorriso. Il mio corpo reagì immediatamente. Mi prese la mano e dopo aver attraversato l’ingresso si diresse verso una porta.
La stanza aveva il soffitto molto alto, ed estremamente alte erano anche le finestre che davano sul campo da Quidditch. Il sole stava tramontando, e raggi di sole color arancio filtravano nella stanza, appesantiti dalla polvere che aleggiava tutt’intorno. Era una vecchia stanza un tempo adibita a magazzino per il Quidditch. Ora sembrava fosse usata come una soffitta, ed era stata riempita di ogni cosa non più utilizzabile.

Feci qualche passo avanti, lasciando Hermione dietro di me, e diedi un’occhiata in giro. C’erano varie scope per il Quidditch o per gli allenamenti appese ai muri, pluffe a brandelli e bastoni per i battitori rotti sparsi per tutto il pavimento. C’erano anche vecchie divise di tutte e 4 le case, appese o stroppiciate e malamente sparse a terra. In un angolo c’erano circa una quindicina di Boccini d’oro di diverse grandezze. Sembra che con il passare degli anni li abbiano fatti sempre più piccoli.

Vidi anche vecchi libri impilati disordinatamente per tutta la stanza, tutti a pezzi, impolverati e logori.

La stanza sembrava essere in un angolo del castello. Sicuramente eravamo in una torre, perchè il soffitto era circolare, alto e a punta. Era una stanza dimenticata, nella quale il tempo sembrava essersi fermato. Solo Hermione avrebbe potuto trovarla. Lo spettacolo era davvero magnifico, l’intero spazio avvolto dalla luce rosso fuoco del sole delle cinque.

Mi voltai verso Hermione. Aveva i piedi inchiodati a terra e mi fissava con quello sguardo. Ti prego, lasciaglielo fare di nuovo! Pensai avidamente. Era davvero l’unica cosa a cui potevo pensare, l’unica cosa a cui volevo pensare.

Iniziò a camminare vero di me. Rimasi immobile, senza smettere mai di guardarla. Ok, preparati. Sta per fare qualcosa...sono pronto -pensai.

Sembrava che stesse per superarmi, invece si lanciò tra le mie braccia e mi baciò con passione e ardore, come se pensasse di trovare nella mia bocca la risposta a qualche test. La sollevai da terra e la feci girare finchè la spinsi contro il muro e la baciai ancora più intensamente, come meritava.

Era il nostro primo bacio. Anzi, primi baci. Avvolse le gambe attorno alla mia vita e io continuai a spingere contro di lei, schiacciandola contro il muro, mentre vecchie scope cadevano rumorosamente a terra. Sapevo che poteva sentire la mia erezione contro di lei. E sapevo bene quello che stavamo per fare. Lo sapevo, semplicemente, e non ero affatto nervoso. Calze..? Quali calze?

Solo...non dovevo parlare. Questo era il nostro patto.
Sempre sostenendola la spostai dal muro, alla ricerca di un posto più comodo. Ma lei continuava a muoversi su di me, contro di me...mi arresi e mi fermai in un angolo, inciampando sui boccini d’oro, che iniziarono a ronzare e volare lentamente per la stanza, molto più lentamente di quelli normali. Non ci feci caso, ero troppo impegnato a sfilare il maglione grigio di Hermione.
I boccini continuavano a fluttuare per la stanza, e colpiti dai raggi del sole creavano riflessi di luce dorata che si stagliava sui muri della stanza e su di noi.


Mi sbottonai il mantello e lo lasciai cadere mentre le sfilavo la camicia dalla gonna e facevo scivolare una mano sulla sua pancia. Infilai le dita nell’elastico della sua gonna attirandola verso di me, catturando di nuovo la sua bocca. Le sciolsi la cravatta togliendola velocemente e iniziai a sbottonarle la camicia, sfiorandole le spalle, per poi scendere lungo le braccia, mentre la camicia si posava a terra. Mi inginocchiai per slacciarle la gonna, e lei mi passò le mani tra i capelli. Mi ritrovai a sorridere, mentre inziai ad accarezzarle le gambe, fino a salire al suo interno coscia. Fu un movimento rapido e quasi impercettibile per eccitarla, e sicuramente funzionò perchè la vidi sorridere e socchiudere gli occhi. Una volta slacciati il bottone e la cerniera, la gonna le cadde lentamente giù dai fianchi, rimanendo abbandonata attorno alle sue caviglie. Mi rialzai guardandola direttamente negli occhi. Non avevo il coraggio di chiederle se lo voleva davvero, ma sapevo che era così. Anche se stavo sicuramente per fare la figura dello stupido: non avevo idea di cosa stessi facendo.

‘Stai tranquillo. A lei non importa. Devi solo...divertirti’- mi diceva il cervello. Invece la guardai comunque, per assicurarmi che era proprio quello che voleva. Fu un attimo. Poi mi sfilai il maglione e lei mi tirò per la cravatta, baciandomi di nuovo con una passione che mi tolse il respiro.

Le sue mani continuavano a giocare con i miei capelli. Non osavo pensare all’aspetto che avrebbero avuto quando tutto fosse finito. In fondo, non è che me ne importasse poi molto.

Tirò con violenza la mia cravatta fino a sciogliere il nodo, e la fece cadere a terra. Fece un passo indietro e poi afferrò la mia camicia strappandola con forza per aprirla, facendo volare in giro tutti i bottoni. Avevo già il respiro affannato, ma vederle strappare la camicia a quel modo...ci mancò poco che esplodessi, lì, sul momento. La camicia cadde a terra mentre sollevai di nuovo Hermione, continuando a baciarla senza sosta.

Camminai verso il centro della stanza, rischiando di far finire entrambi in Infermeria quando inciampai in una pila di libri sul pavimento. Evitai per un pelo un boccino che stava per colpirmi in piena faccia e poi crollai con lei sul pavimento. Hermione era sopra di me, e stando a cavalcioni si strofinava senza tregua contro il mio bacino. Ogni nervo nella parte inferiore del mio corpo era eccitato e mandava scariche di adrenalina alle mie ‘parti basse’. Rompemmo il bacio con un profondo sospiro e lei si sedette su di me, arretrando leggermente e facendo scorrere la mano sulla mia erezione. Istintivamente diedi uno strattone con i fianchi. Mi sbottonò pantaloni e me li sfilò, mentre mi sollevavo leggermente per aiutarla. Ero decisamente pronto.

A quel punto si alzò in piedi. Per un millesimo di secondo un terribile pensiero sfiorò la mia mente: era tornata in sè e stava per andarsene. Invece sorrise timidamente e si slacciò il reggiseno bianco, senza guardarmi. Sorrisi tra me e me. Come se avesse qualcosa per cui essere imbarazzata. Fece scivolare giù anche le mutandine e tornò a sistemarsi sopra di me.

Ero talmente fuori di testa al pensiero di star per fare sesso per la prima volta che non potei apprezzare appieno la stupenda immagine di Hermione completamente nuda. E inoltre, entrambi avevamo ancora sia le calze che le scarpe. Che cosa insignificante.

Ma avrei sempre conservato in mente in futuro un’istantanea di Hermione nuda, con solo le calze fino al ginocchio e le scarpe, mentre strisciava sensualmente verso di me, un sorriso sul suo volto e un lieve rossore sulle guance.

Qualsiasi pensiero mi abbandonò quando la sentii, Lei, su di me. Non avevo ancora spinto. Era semplicemente seduta, e guardava fissa nei miei occhi. Le misi le mani sui fianchi, sentendo l’irrefrenabile bisogno di entrare in lei, ma i suoi seni erano una tentazione a cui non potevo resistere. Li presi tra le mani, decidendo di fare quello che piaceva a me, finchè lei non mi avesse mostrato quello che lei desiderava. In effetti, non sembrò preoccuparsi molto del mio volere. Coprì le mie mani con le sue, sul suo petto, e premette ancora di più il suo seno nei miei palmi. Sentii i suoi fianchi che si muovevano, mentre scivolava dolcemente su di me.


Non le veniva in mente che ero un ragazzo di 17 anni..? Non ho tutto quel controllo! Sono necessari anni e anni di esperienza per resistere a questo genere di tortura..!

Tentai di chiudere gli occhi e pensare ad altro. Piton con un vestito da donna. Hagrid con un vestito da donna. Piton ed Hagrid insieme in un vestito da donna.

Una parte di me riusciva anche a sentire dei boccini ronzare attorno a noi e vedere riflessi d’oro sui muri.

Infine Hermione si sollevò di qualche centimetro e mi guidò spingendomi dentro di lei. Sapevo di non dovermi muovere. Era la sua prima volta. Era anche la mia prima volta. Mi obbligai a restare fermo, a non spingere di più. Quindi mi sollevai per mettermi seduto, sostenendomi con una mano, mentre appoggiai l’altra sul suo viso, e tenendola dietro l’orecchio attirai la sua bocca verso la mia, baciandola con fervore ma anche lentezza, massaggiando la sua lingua con la mia, finchè riuscii ad percepire il suo sapore, un sapore che non credevo avrei potuto desiderare tanto disperatamente.

Feci scivolare la mia mano dalla sua guancia lungo la sua spina dorsale, e la sentii spingere sempre di più contro me. Mi stesi di nuovo sul pavimento, guardandola. Aveva gli occhi chiusi, mentre entrambi cercavamo di trovare un ritmo, insieme. Eravamo davvero goffi. Ma stupendamente goffi.

Lei sembrava uscita dalla scena di un romanzo d’amore, con la luce ambrata del sole che la rendeva così...bella, incantevole. La polvere che attraversava i raggi di luce era così fitta che ero sicuro ne fossimo già totalmente ricoperti. Si era messa i capelli dietro le orecchie e dietro la schiena, e la vidi aprire gli occhi quando finalmente si abituò alla sensazione di avermi in lei.


Penso che non mi abituerò mai a tutto questo, Hermione. Ora non è il momento di ridere, Harry. Ma qualsiasi istinto di ridere si dileguò quando vidi il suo volto. Mi stava fissando, in un modo che riuscì davvero a lasciarmi paralizzato. Questa ragazza sa bene come fissare. Ti legge dentro. Feci scorrere le mani sulla sua pancia, circondandole l’ombelico. Guardai verso il basso e vidi il punto in cui eravamo uniti, uno dentro l’altra, mentre io continuavo a muovermi ad intervalli regolari. Era la visione più sexy di tutta la mia vita. Mi diede le vertigini, mi scosse in un modo che non saprei descrivere. Gemetti, un suono che uscì più che altro come un forte grugnito di piacere. Mi sedetti e le baciai il collo. Le sue mani scorrevano di nuovo tra i miei capelli mentre iniziava a muoversi più velocemente. A quel punto appoggiai entrambe le mani dietro di me e iniziai a muovermi e a penetrarla con più forza e intensità . Sentivo il mio orgasmo pronto ad esplodere da un minuto all’altro, e sentivo che anche lei era vicina. Si stava stringendo sempre di più attorno a me. Eravamo entrambi umidi di sudore. Mi accarezzò il viso con una mano, sfiorando la mia cicatrice, passandola sui miei occhiali, sulla guancia fino a scendere sulla mia bocca, dove indugiò dolcemente, passandovi sopra le dita più volte.

I suoi occhi iniziarono a tremare, la sua testa ricadde leggermente all’indietro, e sentii i suoi spasmi, il suo orgasmo che si liberava. Perciò lasciai andare anch’io. E insieme ci perdemmo nel piacere.
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Taste - Sapore (di Kate J) Empty Re: Taste - Sapore (di Kate J)

Messaggio Da Light. Sab Mag 24, 2008 8:56 pm

Lei emise un suono che poteva essere descritto solo come selvaggio e primitivo. Credo che non se ne accorse neppure. Imparai che quelli erano gli unici suoni ammessi nel nostro tacito accordo.


Grazie a Dio. Non sarei riuscito a trattenere il mio per molto ancora.

In tutto, non durò più di 10 minuti.


I miei avambracci tremavano per il peso sostenuto e si arresero alla fatica: mi lasciai cadere all’indietro, portando con me Hermione che appoggiò la testa sulla mia spalla.


Il sole era appena tramontato e la stanza era quasi al buio. I boccini stavano ancora volando, ma ormai non riuscivamo quasi più a vederli, nell’oscurità. Si sedette e mi sorrise, i suoi capelli ribelli che le ricadevano sparsi sul volto. Aveva di nuovo quel sorriso. I suoi occhi erano leggermente socchiusi, dandole un’espressione ebbra.


Si alzò e andò in giro a gattoni per recuperare la sua biancheria. Risi. Dopo tutto quello che avevamo fatto, sembrava ancora imbarazzata di rivestirsi davanti a me. Era già quasi totalmente vestita quando io recuperai a malapena la sensibilità delle gambe. Mi sedetti e mi tirai su le mutande. Non riuscivo a smettere di sorridere.


Lei finì di infilarsi il maglione, si pettinò in qualche modo i capelli con le dita, poi si voltò e venne verso di me. Si inginocchiò e mi prese il viso tra le mani. Mi diede un lungo, dolcissimo bacio, appoggiò le dita sulle mie labbra, prima di alzarsi ed uscire.


Questa è diventata la consuetudine degli ultimi 3 mesi. Questi meravigliosi 3 mesi. All’inizio succedeva 2 o 3 volte al mese, poi una volta alla settimana. Adesso un giorno sì e uno no.


E sto iniziando a pensare che non sia abbastanza.


Ogni volta che accade, ovviamente, non parliamo mai. Non parliamo durante, non parliamo di quello che facciamo. E’ un muto assenso che ci impone di restare in silenzio e di ritornare alla normalità di ogni giorno appena sgusciamo fuori da quei luoghi e momenti solo nostri. Ed è perfetto, davvero. Non c’è nessun bisogno di parlare. Alcune volte vorrei dire qualcosa, non so bene cosa, semplicemente qualcosa, non so, il suo nome per esempio. Ma allo stesso tempo sento che nell’esatto istante in cui uno di noi dicesse una parola, tutto finirebbe. Questo periodo così fantastico e rilassato non esisterebbe più. E’ puro divertimento e meraviglia. Qualcosa di magnifico, tanto che ormai il tempo che passiamo insieme significa per me più di qualsiasi cosa al mondo. Non mi chiedo neppure se per lei è lo stesso. So che è così. Ma so anche che se cercassimo di cambiare qualcosa, tutto verrebbe rovinato. Dovremmo parlarne, e parlare tra di noi della situazione, e...uff. Nessuno dei due vuole finire incastrato in qualche disastrosa storia, nè leggere dei nostri problemi di coppia sulla Gazzetta del Profeta.

Il motivo fondamentale per cui sono felice del nostro accordo è che se qualcuno...molto crudele...sapesse quanto lei sia importante per me, quanto significhi per me, non esiterebbe a servirsi di lei per arrivare a me. In questo modo invece nessuno soffre.

Giusto?

‘Quanto lei significhi per me’ ...Forse è un’espressione eccessiva. In fondo, ci stiamo solo divertendo un po’.

Giusto...?

Due amici che sperimentano nuove cose in modo divertente, non impegnativo, senza alcuna complicazione. Era perfetto. Era quello di cui avevamo bisogno.


Mi sta rubando l’anima.


Uhm...meglio abbandonare questo flusso di pensieri prima di rischiare di rovinare tutto.


Ora, per la prima volta, sarò io a prendere l’iniziativa. Sono piuttosto nervoso.

Solitamente è sempre stata lei a iniziare, e io ho sempre creduto di non poterlo fare. Era lei a dover mantenere il controllo di tutto. Ma oggi la voglio disperatamente. Non riesco più a sopportarlo. Dire che sono eccitato è un eufemismo. Ho bisogno di lei. Tanto da impazzire. Devo farlo adesso. Non credo che a lei dispiacerà. Anzi, ne sono sicuro. Credo di aver ormai imparato a leggere il linguaggio del suo corpo, senza bisogno che lei dica qualcosa. Comunichiamo più in quelle ore in cui siamo insieme, in silenzio, che in qualsiasi altro momento quando chiaccheriamo nella Sala Comune. “Anche i silenzi hanno parole”.

Lei starà sopra di me, e cavalcheremo in perfetta sincronia – all’inizio eravamo goffi e maldestri, ma ora siamo davvero bravi – poi spingerò ed esploderò dentro di lei. Rimarremo poi seduti per qualche minuto, in silenzio, guardandoci e sorridendo languidamente.

Una volta mi è letteralmente saltata addosso in uno sgabuzzino per scope fuori dall’aula di Piton.

Era totalmente folle. Mi spinse dentro e mi saltò in braccio. Mi strappò quasi i pantaloni per sbottonarli e si sfilò le mutandine. La penetrai con forza e mi cavalcò violentemente per poco più di un minuto prima di venire. La ragazzina eccitata. Non c’era molto di che discutere su cosa volesse, quel giorno. Felicissimo di sottomettermi al suo volere, anche se fui un po’ ammaccato per una settimana.

E’ ancora piuttosto strano pensare ad Hermione con queste desideri sessuali. Ci sarà sempre quella parte di me che la vedrà come l’insopportabile saputella sul treno per Hogwarts al primo anno. Lo sarà sempre. Ma non quando sono con lei in quel modo. In quei momenti, è decisamente la piccola donna che solo io conosco

Eccola che scende il sentiero. Sta leggendo distrattamente un libro. Mi supera e io controllo che non ci sia nessuno in giro prima di afferrarle un braccio. Subito si spaventa, ma poi mi sorride e io la trascino verso di me baciandola con passione.


Entriamo un po’nella foresta, dove nessuno potrà vederci. Sa bene quello che voglio. Le sorrido e la spingo con la schiena contro un tronco mentre lei lascia cadere con noncuranza il libro a terra. Le blocco le braccia dietro la schiena con una mano, mentre con l’altra mi dirigo sotto la sua gonna e le abbasso le mutande. Mi piacerebbe che smettesse di indossarle, sono solo d’impiccio. Lascio la presa sulle sue mani per sbottonarmi i pantaloni. Mentre faccio questo, mi sfugge un sorriso di soddisfazione, e vedo la sua faccia diventare rossa. So cosa le piace. Le piace vedermi in atteggiamento virile, quando entro in lei con forza, quando la stringo, quando la guardo come ora, il desiderio che arde nei miei occhi...diventa tutta rossa e capisco che si sta eccitando. Le piace vedermi sicuro. All’inizio non lo ero. I primi 2 mesi ero del tutto terrorizzato; temevo di fare qualcosa di sbagliato o stupido e di perderla. Ma ora ho capito che le piace vedermi sicuro. E in qualche modo, convincermi di essere sicuro mi dà appunto sicurezza. Ora mi spoglio sempre davanti a lei, non abbasso timidamente lo sguardo, ma continuo a guardarla. Ora non mi vergogno a possederla con forza, e la fisso negli occhi quando spingo in lei. Ne va matta. Le piace quando conduco il gioco. E’una cosa da uomini delle caverne, in un certo senso.

Ovviamente, è solo apparenza. Sono suo schiavo. E’ lei che controlla tutto. Farei con piacere qualsiasi cosa mi chiedesse. Le darei tutti i miei soldi, tutto il mio tempo, anche la Firebolt se me la chiedesse. Se questo è ciò che comporta essere posseduti, allora non voglio nessun esorcismo. Sono felice così. Sono quasi sicuro che questo sia il motivo principale che porta gli uomini alla pazzia.

Mi metto le sue braccia attorno al collo, mentre lei controlla ancora una volta se siamo effettivamente soli. Quindi le sollevo le gambe e nello stesso momento entro in lei gemendo. Non sono gentile, nè dolce, nè lento. Questa è una pura e semplice scopata. E’ quello che volevo. E’ la stessa cosa che ha fatto lei, quel giorno nello sgabuzzino quando mi ha aggredito. Non c’è nient’altro dietro. Solo il bisogno di lei.

E quanto ne avevo bisogno, oggi. Oggi è uno di quei giorni in cui ogni cosa che sento dire, vedo o faccio mi ispira sesso. Il piccolo Harry sta iniziando a diventare un po’ troppo ingordo.

Sono il primo a venire, furiosamente, le gambe che cedono. Sempre dentro di lei, mi giro e scivolo contro il tronco lasciandomi andare a terra. Non riuscivo più a reggermi in piedi. Poi la sento muoversi sempre più velocemente su di me, e il suo orgasmo esplode. Mi piace venire per primo. In questo modo posso raddrizzarmi e guardarla con più lucidità. E’ davvero una bella cosa da guardare. C’è qualcosa di magico e disarmante nella consapevolezza di poter far stare qualcuno così bene. Che tu sei l’unico a poter causare quella buffa espressione sul volto, a far ricadere la testa all’indietro in quel modo, o gemere come lei. Adoro essere in grado di farlo.

E anche questa volta, era finita. La guardo per qualche minuto. Lei mi guarda di rimando. E vince.

Vince sempre.


Si alza lentamente, instabile sulle gambe ancora molli. Sì, mi piace anche poter provocare questo.

Raccoglie il libro, si sistema i vestiti. Ha dimenticato le mutandine. Gliele restituirò la prossima volta.


Rimango ancora qui per un po’, a godermi la quiete tra gli alberi, in pieno Dicembre. Il sole scintilla e il vento soffia leggermente, ma sento stranamente caldo, per essere Dicembre.


E’davvero una splendida giornata.
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Messaggio Da big chiara jones Lun Giu 09, 2008 10:37 am

waaaaaaaaaa...STUPENDA!!!!!!!*_____* non avrei potuto mai e poi mai immaginare Hermione così!!!!!Questa ff è a conferma di quello che dico sempre " Ci si deve spaventare delle sceme" XD...ma non dirmi che è finita qua, Gian!!!!o.O
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Messaggio Da Light. Mar Giu 10, 2008 10:12 am

no, no, sono in tutto una decina di capitoli! l'avevo detto che meritava! non hai idea di quanto famosa sia questa fic, ha fatto il giro del mondo!
Ecco il secondo capitolo.


2. Gelato

Quello che più desideravo era vederla supplicare. Anche soltanto con gli occhi, ma volevo che mi supplicasse, maledizione. Ero sempre io quello che implorava, con lo sguardo. Lei aveva sempre avuto il potere dalla sua parte, e io dovevo accettarlo. Ma non stanotte.



Intorno a mezzanotte eravamo andati di soppiatto in cucina. Le avevo lasciato un bigliettino nel quaderno di Trasfigurazione.



“Sala Comune. Mezzanotte. – H ”



Era arrivata indossando solamente la mia vecchia camicia grigia. Anzi, dovrei dire la camicia di Dudley. A me stava grande, a lei arrivava praticamente alle ginocchia. Vederle indossare i miei vestiti mi eccitava. Se n’era impossessata qualche giorno fa quando eravamo andati ad Hogsmeade con Ron per comprare i regali di Natale.



Dopotutto, potevo anche farne a meno. Io ero in jeans e T-shirt nera. Facili da mettere e da togliere, che era poi l’unica cosa che contava. La presi per mano e ci coprimmo con il mantello dell’invisibilità. Chi avrebbe mai pensato che sarebbe tornato così utile.



Sempre tenendoci stretti per mano, scendemmo con tutta calma in cucina, e tolsi il mantello appena accendemmo la luce. La portai verso un mobile di legno della cucina e la sollevai mettendola a sedere sopra. Mi fermai ancora un attimo per darle un veloce bacio. Mi sorrise, e io le baciai il dorso della mano distrattamente. Poi mi avviai verso il freezer. Lei rimase ferma, a guardarmi, incrociando le gambe.



Tirai fuori una vaschetta di gelato. Cioccolato. Aprii qualche cassetto di un mobile e finalmente trovai i cucchiai, cercai ancora in altri mobiletti finchè riuscii a scovare una scodella e vari dolciumi da guarnizione.



Misi un po’ di gelato nella scodella e lo ricoprii di scagliette di cioccolato, crema di cioccolato, sciroppo di lampone e panna montata. Mi scappò un sorriso.



Era una composizione di cui Ron sarebbe stato fiero.



Portai la scodella e il cucchiaio ad Hermione, che mi stava sorridendo in modo irresistibile. Appoggiai tutto vicino a lei e le disincastrai le gambe – facendole anche un po’ di solletico sotto i piedi – fino a sistemarmi in mezzo. Le sorrisi anch’io e le feci l’occhiolino. Poi riempii un cucchiaio di gelato e ne assaggiai un po’. Mmmm. Annuii guardandola, per farle capire che era davvero delizioso. Prima di trangugiare, mi sporsi verso di lei e la baciai, la mia lingua che massaggiava la sua in un dolcissimo bacio al cioccolato.

Era una sensazione fantastica. Sentire la crema scivolare sulla mia lingua, e condividerne il gusto con lei. Era...intimo. Decisamente piacevole.



Presi un’altra piccola cucchiaiata e le feci assaggiare. Quando ne sentì il sapore emise un gemito d’apprezzamento. Lo sciroppo di lampone era davvero una bomba con il ciccolato. Le vidi sollevare un sopracciglio, gli occhi golosi che chiedevano ‘ancora’. Invece presi un’altra cucchiata e con suo enorme disappunto me la infilai in bocca. Fu allora che vidi apparire sul suo volto un sorriso malizioso, quel sorriso che mi diceva che non aveva buone intenzioni. Si avvicinò e sensualmente mi leccò un angolo della bocca come fosse un gatto.



Mi vennero le vertigini.



Alzai le sopracciglia, ancora un po’ stordito, prima di allungarmi per un altro bacio e così facendo un po’ di gelato mi uscì fuori dalla bocca.



Mi sporsi in avanti, prendendole il viso tra le mani, e nel movimento il cucchiaio pieno di gelato scivolò cadendole direttamente in grembo. La sentii sussultare quando la pelle calda entrò in contatto con il gelato che pian piano aveva iniziato a colarle sulla gamba nuda.



Si piegò ed afferrò l’asciugamano per le mani appeso ad un angolo del mobile. Guardò in basso dov’era sporca, ma io le strappai via l’asciugamano e la guardai con un’espressione stupita.



Scoppiai a ridere scuotendo la testa negativamente, lanciando l’asciugamano in mezzo alla stanza. No, no, no, pensai. C’erano modi decisamente migliori per fare pulizia. Sfiorandole le gambe mi chinai, la baciai proprio vicino a dove c’era il gelato, e poi lo leccai. Mi spostai leggermente più in basso sulla sua gamba, fino a togliere ogni traccia di gelato. Alzai lo sguardo e vidi che aveva gli occhi chiusi e la testa leggermente piagata indietro, una mano tra i miei capelli. Sorrisi. Ricominciai a baciare e leccare ogni centimetro di pelle sulla sua gamba finchè fui soddisfatto di aver pulito tutto, la tirai verso di me e le baciai l’interno delle cosce. Sollevai la camicia e scoprii che non indossava biancheria intima. Immagino che anche lei se ne sia stancata.



Accidenti, stava gemendo. Ecco il risultato per aver voluto fare tutto lentamente sperando che mi supplicasse. Mi rimisi in piedi e la baciai sulle labbra, facendo presa dietro alle sue ginocchia e strattonandola contro di me. Istintivamente mi mise la braccia attorno al collo, così potei portarla giù dal mobile e stenderla sul pavimento.



No. No, posso ancora mettere in atto il mio piano. Posso farcela. Sii un uomo, maledizione!



Interruppi il bacio e la tenni distesa contro il pavimento, facendo scorrere la mano sulla sua clavicola, sullo stomaco, fino a raggiungere i lembi della sua...mia...camicia. Li sollevai e la guardai mentre toccavo proprio il punto in cui l’addome incontra le gambe, quel punto che conduce verso la Terra Santa. Scesi più in basso e sentii tra le mie dita che era bagnata. La guardai ancora per un attimo, poi mi tolsi gli occhiali e sorridendo mi mossi su di lei, verso il basso.



Meritava di essere ricambiata per il buon servizio che mi aveva reso.



Non ero affatto sicuro di cosa dovevo fare. Da dove cominciare..? Oh, che importa. Semplicemente mi tuffai in lei baciando ovunque, come volevo io. La sentii muoversi sotto di me. La mia lingua ancora fredda le stava facendo cose assolutamente magnifiche. Oh sì, le piace. Mi staccai solo un attimo e le baciai l’interno coscia per riprendere fiato. Signore, come si riesce a respirare facendo queste cose? Dopo un minuto ripresi la mia tortura.



La baciai, leccai, mi strofinai contro di lei, gemetti, perchè lei meritava tutto questo. Volevo farla impazzire e a giudicare dal modo in cui si muoveva e dai suoni che emetteva, direi che ci stavo riuscendo. Ad un certo punto sentii che stava per venire, ma si fermò. Era improvvisamente tornata calma, calma in modo inquietante. Pensai subito di aver fatto qualcosa di sbagliato e stavo per tirarmi su e sedermi, quando si contrasse violentemente e..venne. Venne intensamente, con una forza inconsueta, tanto che la sentii gridare. Gridò come mai aveva fatto prima. Pregai che nessuno ci avesse sentito. Il rischio era davvero minimo considerato che la cucina si trovava lontana da qualsiasi altro luogo, ma l’ultima cosa di cui avevamo bisogno era un elfo domestico che si fosse messo ad auto-punirsi per non dire a nessuno cosa aveva visto.



Con la mia lingua accarezzai la sua apertura ed Hermione strinse le gambe attorno alla mia testa. Il suo corpo stava ancora tremando mentre il suo orgasmo lentamente si esauriva.



Sì, mi appartieni. Sei mia.



Scivolai di nuovo verso la sua faccia e rimasi sospeso sopra di lei. Non aveva ancora aperto gli occhi. Mi avvicinai un po’ e appoggiai la mia fronte sulla sua.



Avanti, apri gli occhi. Fammi vedere la sconfitta. Alza bandiera bianca e arrenditi.



Invece, non li aprì. Cercò la mia mano, la portò sulla sua bocca e mi baciò la punta delle dita.
Aprì gli occhi.

Sospirai.



Maledizione.



E’ davvero crudele. Come riesce a guardarmi in quel modo? E’ come se...potesse leggere i miei pensieri. Quando mi guarda così mi rende totalmente vulnerabile, e lo sa.

Continuava a guardarmi. Mi guardava dritto negli occhi, come se stesse cercando di usare la telepatia. Restammo così per qualche minuto, mentre cercavo di memorizzare ogni singolo particolare del suo volto. Come se non l’avessi già fatto. Fissai ancora i suoi occhi, ormai consapevole che lei avrebbe sempre vinto, in questo gioco di sguardi. Ma io potevo continuare a guardarla.

Qualsiasi cosa succeda, per quanto le cose vadano male, io potrò sempre tornare in questo posto con lei. Proprio qui, in questo posto. L’immensità dei suoi occhi.



Dunque è questo che si prova, quando si è totalmente innamorati di qualcuno.



Wow.



Solo...wow.



...



No,no, fermi tutti.



E questa da dove è uscita? Harry...che diavolo stai combinando? E’ solo per divertimento, giusto? Qui non c’è nessuna relazione. Tu non sei innamorato di Hermione. Per l’amore del cielo, quando siete insieme non parlate neppure! Dev’esserci qualcosa di sbagliato, per forza. Tu non sei innamorato. Tu sei solamente immerso nella lussuria. Sei ormai in costante stato di erezione. Tu ami fare sesso con lei. Tutto qui.



Ma chi credi di predere in giro?



Oh accidenti. Sta’zitto. Cosa ne sai tu?



Distolsi lo sguardo. Quando la guardai di nuovo, lo sapevo. Sapevo che lei sapeva.



Lei sa che sono innamorato di lei.





All’improvviso si girò in modo da ritrovarsi sopra di me, e si strusciò contro il mio ventre. Non riuscivo a guardarla. A dire il vero, senza occhiali non avrei comunque visto molto. Mi tenne le mani contro il pavimento e iniziò a baciarmi. Si sfilò la camicia dalla testa, afferrò il lembo della mia T-shirt e me la tolse; poi prese entrambe le maglie e se le sistemò sotto le ginocchia. In effetti il pavimento era piuttosto duro.



Mi sbottonò i pantaloni e lo prese tra le mani. Oh Dio...mi guidò dentro di lei e iniziò a muoversi su e giù, avanti e indietro...Potevo sentirla ardere dentro, mi stava torturando contraendo i muscoli attorno alla mia erezione. Iniziò a farmi entrare ed uscire con forza. Ero davvero pronto.



Oh sì. Ero pronto.



Mi sedetti e feci in modo di riuscire ad appoggiare la schiena contro il mobile, con Hermione in grembo. Le misi in qualche modo le braccia attorno ai fianchi e la guardai. No, non cercherò di negarlo. Ho le mani alzate – mi arrendo.

Sì. Ti amo. E so che tu ami me. Non ho bisogno di chiedertelo. Semplicemente, lo so.



L’attirai verso di me, il suo petto contro il mio e le diedi il mio migliore sguardo “da uomo duro”. Se dovevo perdere, mi sarei perlomeno ritirato con un bel botto finale. Spinsi in lei e sentii il famigliare formicolio provocato dai brividi lungo tutta la spina dorsale, segnale che stavo per venire. Respiravo affannosamente e stavo sudando sulla fronte. Lei accarezzò con una mano il mio torso e poi le appoggiò entrambe sul mio stomaco per bilanciarsi.



Uuhh, gemette. Amavo sentirla gemere. Amavo farla gemere. Feci presa sui sui fianchi e iniziai a pompare in lei con tutta la mia forza. Ancora 3, 4, 5 volte e venni. Mi sentii realmente irrigidire e poi esplodere in lei, e gemetti anch’io abbandonando la testa indietro contro il mobile. Sentii che Hermione si piegava per cercare qualcosa. Raccolse i miei occhiali e me li mise. Io mi spostai i capelli dalla fronte e passandole una mano dietro al collo la portai verso di me e le diedi un dolce, rapido bacio. Lei si piegò di nuovo e questa volta prese il cucchiaio che era caduto a terra secoli fa: c’era ancora sopra dello sciroppo di lampone misto a cioccolato. Lo tolse dal cucchiaio con la punta del dito e lo leccò. A quella vista non potei trattenere un piccolo spasmo, ero ancora dentro di lei. Mi sorrise, raccolse ciò che rimaneva dello sciroppo e me l’offrì, sul suo dito. Mi sporsi in avanti e lo succhiai.


Una cosa è certa. Lei ha un sapore decisamente migliore del gelato.
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Messaggio Da big chiara jones Mar Giu 10, 2008 10:31 am

Non potevo aspettare XD...l'ho cercata e l'ho letta in un quarto d'ora tutta XD...comunque continua a postarla Gian, la rileggo con piacere e spero che la leggano anche gli altri!!!Una ff assolutamente nuova e meravigliosa!!!!!
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Messaggio Da Konrad37 Lun Giu 23, 2008 11:09 pm

°_°wow...fantastica questa fan ficton!!!hai capito hermione... Twisted Evil
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Messaggio Da Light. Mar Giu 24, 2008 1:27 am

Che bello, un altro lettore! E allora vai col terzo!

Note dell’autrice:

Le cose iniziano a farsi più serie.

Non era davvero mia intenzione scrivere più di un capitolo. Volevo solo uscire dal “blocco dello scrittore”. Invece, ecco qui. Questo capitolo è leggermente più corto, ma spero sia comunque divertente e piacevole. Anche qui avrei voluto usare il punto di vista di Hermione, ma niente da fare, Harry è molto più divertente. Forse nel prossimo capitolo, se continuerò con la storia


3. Pioggia


Stava cercando di uccidermi.

Era davvero l’unica spiegazione che mi veniva in mente quando la vidi vestita di tutto punto al Ballo del Ceppo. Lei sarebbe andata con Seamus Finnegan, io con Susan Bones. Due appuntamenti sicuri. Ovviamente, non avremmo mai potuto andarci insieme. Ci saremmo avvicinati troppo a quella linea della nostra relazione che non avevamo ancora oltrepassato; ma andava bene così. Non c’era nemmeno una punta di gelosia. Sapevamo di non poterci andare insieme, ma sapevamo anche che ci saremmo visti poco dopo.


Era davvero splendida nel suo vestito nero. Quando fece il suo ingresso nella Sala Comune e salutò Seamus, non riuscii a trattenermi dal fissarla. Il vestito era molto semplice- nero, con spalline sottili, molto scollato sulla schiena. La stoffa sembrava luccicare. Le stava davvero benissimo.

Aveva i capelli lisci e sciolti. Non ho mai conosciuto nessuno che potesse sembrare tanto diverso con un cambiamento così piccolo. Sembrava più grande. Era magnifica.


“Wow Hermione, sei uno schianto!” disse Seamus. Lei gli sorrise e disse “grazie”.


Distolsi lo sguardo e mi rimisi a fissare il fuoco. Dopo esserci andato per quattro anni, più o meno gli anni in cui ero così fortunato da rischiare di essere ammazzato da un momento all’altro, avevo sempre odiato questo stupido ballo. Mi sembrava stupido. Era semplicemente un’occasione per far vestire bene le ragazze e farle sentire ‘principesse per una sera’. Era noioso ed imbarazzante, almeno per me, che c’ero sempre andato con una ragazza con la quale in realtà non volevo proprio andare.


Quest’anno era la volta di Susan. Nulla contro di lei, ma di nuovo non era la ragazza che avrei voluto portare. Sembrava davvero uno scherzo del destino. Non vedevo l’ora che la serata finisse, così avrei potuto incontrare Hermione e fare finalmente quello che volevo.

Le vidi lanciare un’occhiata furtiva verso di me, sul divano. Appoggiai la testa indietro sui cuscini e la guardai.


Mi mancherai da morire, questa sera.


Mi sorrise e poi guardò altrove, raggiungendo Ginny. Mi voltai anch’io e mi ritrovai a pensare alla notte precedente.

Uhhhh! ..l’avevo fatta gemere.


Sorrisi al ricordo, guardai di nuovo nel fuoco e poi mi voltai ancora un volta verso di lei mentre aspettavamo gli altri Grifondoro. Poi, di nuovo verso il fuoco.


Le avevo accarezzato la schiena mentre lei spingeva avanti e indietro. Mi dava le spalle. Non l’avevamo mai fatto prima. Ero stato io a volerlo. L’avevo semplicemente presa e l’avevo sistemata sul mio grembo


Sudavamo moltissimo. Ci muovevamo molto lentamente, e lo facevamo di proposito. Lei spingeva in me, io spingevo in lei. Era leggermente chinata in avanti, per questo potevo guardare la sua schiena e i suoi capelli. Poi avevo continuato a spingere con quel lento, regolare ritmo.

“Ehi, Harry!” disse Dean, spuntando dietro l’angolo e interrompendo i miei ricordi.

“Ciao Dean.”

“Chi stiamo aspettando?” chiese poi a Ron.

Aveva riso quando le avevo fatto il solletico sui fianchi. Si era girata per quanto le era stato possibile e mi aveva colpito sul braccio. Avevo continuato a farle il solletico e si era messa a ridere in modo incontrollabile, mentre ciocche di capelli le cadevano disordinatamente sul viso.

“Neville, Lee e qualcun altro” rispose Ron.

L’avevo spinta contro di me e avevo sentito le sue mani appoggiarsi sulle mie ginocchia perchè potesse bilanciarsi.

Sentii a malapena Ron dire “Sorellina, questa sera sei stupenda”

Eravamo crollati a terra, rotolando sul pavimento e continuando a ridere, mentre lei mi schiaffeggiava le mani e io non smettevo di farle il solletico. Lo soffriva da morire. Aveva cercato di dimenarsi e scapparmi, ma l’avevo afferrata di nuovo e avevo spinto i suoi fianchi versi di me, per poi entrare di nuovo in lei da dietro. Credo che lottare con Hermione sia diventato il mio nuovo sport preferito. Era decisamente meglio del Quidditch.

Sentii molto vagamente Ron dire “Ehilaaaaa?!” e mi accorsi che era seduto vicino a me e mi stava parlando. Di cosa, non ne avevo la più pallida idea.

“Uhm..scusami...cosa dicevi?”

“Maledizione, sei proprio cotto, eh?” disse Ron, con tutta tranquillità.

“Di che diavolo stai parlando?” gli chiesi, mentre un’ombra di panico si insinuava nel mio cervello.


“Chiunque sia, ti ha decisamente catturato”

Cervello sovraccarico. E ora cosa gli rispondo? Oh Dio, come fa a saperlo??

Ron rise. “Come se non fosse ovvio!” disse, leggendomi nel pensiero. “Stai fuori fino a tarda notte e cerchi di strisciare in camera senza che nessuno di noi ti senta. Porti sempre con te il mantello. La scorsa settimana ho trovato un paio di mutandine da donna tra i tuoi vestiti...non stavo ficcando il naso,” disse sollevando una mano e mettendosi sulla difensiva. “Ho preso la tua maglia per sbaglio pensando fosse la mia” –sorrise “Puoi immaginare la mia sorpresa. Senza contare il fatto che tutte le volte che ti guardo, hai la mente altrove in un mondo tutto tuo, come se il giorno fosse solo un riempitivo e la tua vita comiciasse di notte...e poi hai sempre questa..” indicò la mia faccia “..espressione assolutamente stupida. Non so chi lei sia, ma senza dubbio ti fa bene. Sono terribilmente geloso” aggiunse scherzando.

Non riuscivo a pensare. Restai a guardarlo per almeno un minuto. Alla fine feci l’unica cosa possibile: sorrisi e guardai altrove.

“Lo sapevo!!” sussurrò. “Allora, chi, dove, quando? Forza, dettagli!”

Alzai le sopracciglia. “Non posso. Mi spiace, ma non posso dirtelo. Non chiedermi nulla.”

Ron dapprima sembrò rassegnarsi, poi all’improvviso divenne furioso.

“Se è mia sorella, giuro su Merlino....”

Scoppiai a ridere. “Giuro che non è tua sorella. Ma ti prego, non chiedermi altro. E’ davvero importante per me che tu non lo faccia. Quello che sta succedendo è una cosa stupenda e non voglio rovinarla parlandone in giro.”

Ron mi guardò sconfitto. “Ok. Ma smettila di pensare a lei continuamente. Sta diventando un’ossessione!”

Sorrisi. “Sì. Lo. E’. ” Lo guardai e lui si mise a ridere, poi andò incontro a Neville.

Forza, è ora di andare al Ballo del Ceppo.

Pensai ad Hermione durante tutto il tragitto verso la Sala Grande, dove avrei incontrato Susan. Ero leggermente stordito.

La biblioteca era sempre il posto perfetto in cui andare a tarda notte. Avevamo il nostro piccolo cantuccio tra i tavoli. C’erano una sedia e un piccolo divano. Gazza controllava raramente la biblioteca a meno che avesse qualche precisa ragione per farlo, altrimenti non si sarebbe spinto così lontano. Comunque, il mio mantello era sempre a portata di mano, in caso di necessità. Era circa l’una di notte, ed ero seduto contro il muro intento a leggere un libro sul Quidditch. Era incredibile quanto il gioco fosse cambiato negli ultimi cent’anni.

Lei era addormentata sul pavimento accanto a me, la mia T-shirt come cuscino. Era la prima volta che si addormentava. Solitamente non stavamo per così tanto tempo, ma questa volta avevamo finito presto –la ragazzina non riusciva più a resistere- e non volevamo ancora tornare. Guardai giù, verso di lei.


Avevamo parlato con Ron del Ballo del Ceppo a pranzo: lui avrebbe portato Lavanda, noi due avevamo già i nostri “appuntamenti”. Era strano invitare un’altra al ballo, mi sembrava di tradirla, però sapevamo di non poter andare insieme e quindi avevamo fatto ciò che dovevamo.

Posai il libro e la guardai per più di un minuto. Aveva di nuovo messo la sua...mia T-shirt grigia, ma era un po’ sollevata. Insomma, godevo di un bel panorama. Cercai a tentoni tra le penne, le boccette d’inchiostro e le matite che erano sul tavolo dietro di me e presi un pennarello nero.



Con un sorrisetto maligno mi chinai, assicurandomi che stesse ancora dormendo e disegnai, proprio sotto il suo ombelico, una piccola freccia che puntava verso quella zona di perdizione che era per me una casa. Aggiunsi poi una piccola scritta.

<- MIA


Trattenni a stento una risatina. Mi avrebbe ucciso. Tirai giù la maglia così non se ne sarebbe accorta prima dell’indomani. Magari l’avrebbe visto preparandosi per il ballo. Le sarebbe servito come promemoria.

Camminai dietro Hermione, guardando la sua schiena seminuda muoversi mentre camminava, e ripensai a quando la scorsa notte, seduto, le baciavo quella stessa schiena mentre entravo in lei.

Di sicuro a quest’ora doveva già aver visto la mia piccola opera d’arte, ma non me ne aveva dato alcun segnale. Vidi Susan aspettare vicino all’entrata con alcuni amici.

“Ciao Susan. Stai davvero benissimo!” Mi sorrise.

“Grazie Harry. Ma guardati, anche tu sei fantastico!” Le sorrisi a mia volta.

La serata iniziò a passare. Andò per le lunghe. Andò troppo per le lunghe.

Le avevo lasciato un biglietto chiedendole di incontrarci qui dopo il ballo. Ci stava mettendo troppo. Continuavo a ripetermi di restare calmo. Avremmo avuto due intere settimane durante le vacanze di Natale solo per noi, poichè tutti sarebbero partiti la mattina seguente. Io e lei eravamo gli unici due Grifondoro che sarebbero rimasti, avremmo potuto fare quello che volevamo per due settimane; non c’era bisogno d’essere impazienti.

Ma la volevo, la volevo adesso. Era quasi mezzanotte. Finnegan aveva ballato con lei e le aveva toccato la schiena qualche volta. Era come se io avessi un radar. Non ero geloso, davvero, sapevo che erano gesti del tutto innocenti, ma volevo toccarla dove l’aveva toccata lui. Sì, doveva essere un qualche atteggiamento possessivo tipicamente maschile.



Stava iniziando a diluviare. Non faceva ancora molto freddo, altrimenti avremmo avuto una bella nevicata. Continuando a camminare su e giù mi ero del tutto inzuppato, ma era un posto molto buio e intimo, mi piaceva.

La volevo disperatamente.

Il piccolo capanno del custode conteneva vari attrezzi da giardino e pozioni. Molti degli attrezzi di Gazza erano qui. L’unica luce che filtrava all’interno era quella occasionale dei lampi che entrava da una piccola finestrella aperta. L’unico suono era il costante ticchettio della pioggia sul tetto di metallo. La pioggia, i lampi e il rimbombare dei tuoni.

Mi asciugai una goccia di pioggia sulla fronte.



Quando sentii che stava arrivando mi alzai. Non si era ancora cambiata, aveva sempre il suo vestito nero ora totalmente fradicio. Anche i capelli erano inzuppati d’acqua. Chiuse la porta dietro di sè, un lampo illuminò l’interno e le permise di vedermi. Gocce d’acqua scivolavano giù dai suoi capelli, lungo il collo e poi nella fessura tra i suoi seni. Sorrise e fece qualche passo, immagino per trovare un posto per sdraiarsi.
Non riuscii più a resistere. Il mio auto-controllo mi abbandonò di nuovo e l’afferrai per un braccio, la girai tenendola alla base del collo. L’attirai verso di me in un lungo, appassionato bacio che ci privò d’ossigeno.
Mi avvicinai ancora e lentamente le slacciai il sottile mantello che finì a terra. Era incredibilmente bella, semplicemente mentre mi guardava.

Feci scorrere le mie mani sotto le spalline del suo vestito e le feci scivolare lungo le braccia. Si girò sollevando i capelli, in modo che potessi tirar giù la cerniera. Lo feci, lentamente, facendo scorrere il pollice lungo tutta la schiena mentre l’abbassavo. Il vestito cadde a terra e io restai immobile a guardarla. Si girò e mi fissò. Guardava mentre io la guardavo. Dopo tutto questo tempo, era ancora lei ad avere il controllo. Sapeva quello che mi faceva.

Andai verso di lei, lentamente, e la baciai leggermente questa volta, con tenerezza. Fece scorrere le mani sotto la mia camicia tirandola fuori dai pantaloni, poi mi avvicinò ancora di più. Sentii la camicia che cadeva. Interruppe il bacio e mi accarezzò le spalle. Le guardava, poi guardava me, come se non sapesse da che parte iniziare. Mi faceva impazzire quando guardava il mio corpo. Credo che le piacessero soprattutto i miei avambracci, non so bene perchè. Però la sorprendevo ogni volta ad ammirarli, e sinceramente la cosa non mi dava affatto fastidio. Non potevo nascondermi da lei, nè lei poteva nascondere qualcosa a me. Ormai l’avevo imparata a memoria...e Dio aveva davvero dato il meglio di sè quando l’aveva creata. Un capolavoro.


Guardò in basso verso il mio bacino e verso quella protuberanza che non aspettava altro che poter uscire. Poi alzò di nuovo lo sguardo verso di me, il suo viso ad un centimetro dal mio. Era proprio questo. Questo era lo sguardo che faceva crollare ogni mia difesa. Era come se tutto il mondo si fermasse per un minuto ed ogni cosa venisse avvolta dal silenzio.

Feci scorrere le mie mani sul suo corpo.

Questa è la donna che amerò fino al giorno della mia morte. Queste sono le mani che stringerò quando avrò novant’anni. Questo è il seno che continuerò a guardare per i prossimi dieci anni, e oltre. Questo è il ventre che farà nascere il mio bambino. Queste sono le gambe che saranno avvolte attorno a me quando mi addormenterò per l’ultima volta. Questo è il viso che sarà nei miei pensieri negli ultimi istanti della mia vita.

Le sfilai le mutandine e le baciai la pancia, pensando che un giorno avrei voluto metterla incinta. Le baciai le gambe, pensando a quando mi avrebbero circondato quando saremmo stati ormai vecchi, a letto. Mi rialzai e la sollevai, sdraiandola poi sul pavimento sopra il mio mantello. La guardai, con le gambe aperte ai lati del mio torace. Mi abbassai i pantaloni e le mutande e mi mossi in avanti restando sospeso sopra di lei. Volevo che sapesse a cosa stavo pensando. Per attimo pensai seriamente di parlare, non m’importava. Volevo assolutamente che sapesse ogni cosa che avevo pensato. Lei sembrò davvero leggermi nel pensiero. Avvicinò un dito alla mia bocca e annuì con la testa. Lo sapeva. Non c’era bisogno che lo dicessi ad alta voce.


Intrecciai le nostre dita e la penetrai, stringendole le dita contro il pavimento ogni volta che spingevo. La scritta in nero era ancora lì. Non l’aveva lavata via. Sorrisi, e ci guardammo intensamente per tutto il tempo.

Ci svegliammo presto. Il sole non era ancora spuntato, ma il cielo era già chiaro. Stavamo congelando. La temperatura era scesa notevolmente durante la notte. L’osservai mentre dormiva a pancia sotto, con il mio mantello avvolto attorno alla parte inferiore del corpo, la schiena scoperta. Dormiva così profondamente che odiai doverla svegliare, ma non potevamo davvero stare fuori tutta la notte per quanto lo desiderassimo.

Le accarezzai dolcemente la schiena nuda e le spalle, sentendo la morbidezza della sua pelle. Le scostai i capelli e le feci scorrere le dita sul collo. Sfiorai una lentiggine proprio lì, dietro al collo, al centro. Un piccolo puntino tra il rosso e il marrone che avevo baciato molte volte. La mia lentiggine.

Iniziò a stirarsi.

Mmm, brontolò. Baciai la mia lentiggine e lei aprì gli occhi. Mi picchiettai sul polso per farle capire che era ora di andare. Annuì e si mise seduta, sfregandosi gli occhi per cancellare ogni traccia di sonno.

Lei uscì per prima, dopo aver controllato che il campo fosse libero.

La rividi quando Ron partì. Augurammo a lui e a Ginny buone vacanze e li salutammo. Era la vigilia di Natale. Due settimane completamente soli per fare tutto quello che volevamo...Che il Signore ci aiuti.

Che il gioco abbia inizio.
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Messaggio Da big chiara jones Mar Giu 24, 2008 10:44 am

adoro questo capitoloooooooooooo *___* specie il seguito XD ma non spoilerizzo nulla ghghghgh
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Messaggio Da Konrad37 Mar Giu 24, 2008 5:46 pm

Questa è la donna che amerò fino al giorno della mia morte. Queste sono le mani che stringerò quando avrò novant’anni. Questo è il seno che continuerò a guardare per i prossimi dieci anni, e oltre. Questo è il ventre che farà nascere il mio bambino. Queste sono le gambe che saranno avvolte attorno a me quando mi addormenterò per l’ultima volta. Questo è il viso che sarà nei miei pensieri negli ultimi istanti della mia vita.
che dolceeeeeeeeee!!! I love you
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Messaggio Da Konrad37 Mar Giu 24, 2008 10:08 pm

gian non è che mi dici dove posso trovarla intera?...ho cercato in tutti i siti di fanfic che conosco...
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Messaggio Da Light. Mer Giu 25, 2008 12:50 am

ma la sto aggiornando io! Dai, un capitolo al giorno leva il medico di torno XD così te la gusti molto di più Very Happy
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Messaggio Da big chiara jones Mer Giu 25, 2008 11:26 am

quoto Gian...così aneli molto di più e ti fai 200 film su come andrà avanti XD
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Messaggio Da Gianfo Mer Giu 25, 2008 11:37 am

ma senti chi parla!!!! colei che l'ha letta tutta in quarantacinque minuti.... sei una buffona XDXDXD ahahahahahahhaha
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Messaggio Da big chiara jones Mer Giu 25, 2008 12:56 pm

"IO BUFFONA???E TU SEI FALSOOOOO!!! BRAVOOO BRAVOOO SEI QUA SOLO PER LE TELECAMEREEEEE..."huahuahuahuahuahua

e comunque l'ho letta già tutta anche in meno tempo XP
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Messaggio Da Light. Mer Giu 25, 2008 2:19 pm

huahuahua Gianfo sei il migliore! Mi hai tolto le parole di bocca
chiara fa come i filosofi, predica bene ma razzola male XD

4. Zabaione

Credo che Ron lo sappia.

Prima di
andarsene ha lanciato un’occhiata a Hermione, e poi mi ha guardato. Si è
avvicinato a me e mi ha sussurrato, con un ghigno mefistofelico, “Non fare
niente che io non farei… Anzi”, ha esitato, pensieroso, “fai tutto. Fai tutto.
Perché anch’io lo farei”. Fred e George sarebbero orgogliosi di lui. Io non ho
risposto. Ho solo sorriso e gli ho augurato buon Natale.

Ero nella
gioielleria di Hogsmeade, aspettavo che la proprietaria tornasse con il mio
regalo incartato. Pensai a quella mattina, dopo che Ron e Ginny erano partiti.

Eravamo sdraiati sul pavimento
della sala comune, a goderci il silenzio. Poggiava la testa sul mio grembo
mentre guardava la neve fuori dalla finestra. In una mano reggevo quel libro
sul Quidditch che non ero riuscito a finire, l’altra mano era appoggiata sul
suo seno. Indossava ancora la mia camicia. Aveva preso la mia mano e l’aveva
appoggiata lì, qualche tempo prima. Credo che lei pensi che la sto ignorando.

Sì, la sto
ignorando. Ma non sul serio.

Senza guardarla, tolgo la mano dal
suo seno per voltare pagina, apparentemente immerso nella lettura. Con la coda
dell’occhio vedo che il suo volto si rabbuia. Continuo a leggere, appoggio di
nuovo la mano sul suo seno e gli do una strizzatina.

Hermione, tu hai sempre la mia attenzione. Le sorrido. Torno al mio libro.
La vedo che sorride,
ed è tutta rossa. È diventata rossa. Sì, mi vuole.
Ho qui Hermione, mezza nuda, tra
le mie braccia, con questo seno meraviglioso. Si può sapere perché sto leggendo
un libro? Che razza di uomo sono? Sto disonorando il genere maschile.

Abbassai lo sguardo verso di lei e
la baciai. Gettai il mio libro in un angolo. Prima o poi finirò di leggere
questo dannato libro. Lei ride mentre io mi contorco fino a ritrovarmi sopra di
lei.

Sentii un campanello trillare quando la porta del negozio si aprì. Un uomo alto e
robusto, con i capelli brizzolati, entrò ad interrompere il filo dei miei
ricordi. Idiota.

Eravamo andati a Hogsmeade quel pomeriggio, nelle vesti di “Harry & Hermione”.
Eravamo ai Tre Manici, a bere Burrobirra e a raccontarci cosa avevamo comprato
per Ron. Avevamo parlato del cenone di Natale, che avremmo trascorso insieme a
quella manciata di studenti delle altre Case, e ai professori. Ci chiedevamo
come mai nessuno dei professori di Hogwarts sembrasse avere dei parenti, o una
moglie, o dei figli. Ci sembrava strano. Si era parlato anche del fatto che i
suoi genitori erano dovuti partire per un viaggio di lavoro, quest’anno.
Provavamo a immaginare — anzi, prendevamo in giro — l’aspetto che la casa dei
Malfoy doveva assumere sotto Natale: elfi domestici impagliati che penzolavano
dai rami dell’abete, decorato in nero e argento. Scommetto che c’è un’atmosfera
allegra, in quella casa.

“Harry”
sapeva cosa regalare a Hermione. Avevo trovato una copia della prima edizione
di Storia di Hogwarts, completa di
capitoli extra, mai pubblicati; era persino autografato dall’autore. L’avevo
trovato per puro caso, e sapevo che le sarebbe piaciuto.

Ma volevo regalarle qualcos’altro, per quell’altra parte delle nostre vite. Qualcosa che,
appena l’avesse scartato, le avrebbe detto subito che era da parte mia. Mi
vennero in mente tutte le solite cose. Cose da ragazze — gioielli, profumo,
cioccolata. Ma nessuno di questi regali sembrava molto personale. Chissà se lei
mi regalerà qualcosa di personale, mi domandavo. Mi ero guardato intorno per un
bel po’, e tra poco avrei dovuto incontrarla, per tornare a scuola in tempo per
la cena. Stavo per essere preso dal panico.

Gioielli.
“Non puoi sbagliare con i gioielli”, mi aveva detto Fred l’anno prima. Usciva
con Angelina Johnson già da un po’, e non aveva idea di cosa regalarle. Mi
guardai intorno, e finalmente trovai una gioielleria. Una vecchia bottega,
sulla cui insegna campeggiava la scritta Il
Nodo del Legno. Il negozio aveva un’aria strana, pieno com’era di ceppi e
tronchi. Su ogni ceppo era esposta una serie di gioielli e pietre preziose:
bracciali ed anelli, collane e strani orologi. Tralci di vite si arrampicavano
sulle pareti. Mi sembrò di essere in un bosco. Una donna uscì dal retrobottega
e mi sorrise. Mi ricordava la signora Weasley.

“Buongiorno! Buon Natale!”

“Grazie, auguri anche a Lei”, dissi sorridendo e
guardandomi intorno.
“Cerchi qualcosa in particolare?”

“Non proprio. Solo qualcosa di personale”.

La donna mi sorrise. “Per una ragazza fortunata?”

Sorrisi e annuii.

“Bene,
posso aiutarti. Dimmi, sei non-serio, semi-serio, oppure super-serio?” chiese,
una mano sul fianco.

“Come,
scusi?”, chiesi io, le sopracciglia alzate fin quasi all’attaccatura dei
capelli. La donna venne verso di me e mi mise una mano sulla spalla.

“Il
genere di gioiello che regali a una ragazza dovrebbe riflettere ciò che provi
per lei. Credimi, mi sono capitate tante povere anime sprovvedute, che vengono
nel mio negozio e comprano cose assolutamente inappropriate. Comprano anelli
per ragazze nei cui confronti sono solo semi-seri. Comprano braccialetti per la
donna alla quale dovrebbero comprare un anello. Poveretti. Voialtri ragazzi vi
perdete in un bicchier d’acqua quando si tratta di questo genere di cose”.

Deglutii, e lei scoppiò a ridere.

“Ooohh, non temere. Sono sicura che qualunque cosa
sceglierai per lei, le piacerà”.

“Super-serio”,
le dissi infine. Lei sorrise, e mi guidò verso un grosso ceppo, su cui si
trovavano anelli, braccialetti e degli enormi, vistosissimi orecchini. Neanche
una di quelle cose sembrava adatta per Hermione.

“Dai
un’occhiata in giro. Chiamami se hai bisogno di qualcosa. Mi trovi laggiù”,
disse, strizzandomi l’occhio e avviandosi verso la cassa. Prese in mano un
grosso ferro da calza e iniziò a canticchiare sottovoce.

Mi
guardai intorno, volgendo lo sguardo da un tronco all’altro, finché,
finalmente, i miei occhi caddero su un oggetto. Lessi il cartellino.

Perché non scegliere un autentico braccialetto con ciondoli!
Questo bracciale d’argento antico può essere decorato con ciondoli a piacere:
qualunque oggetto o simbolo voi desideriate! Il regalo perfetto per una ragazza
speciale!”

“Ehm… mi scusi?” dissi a voce alta.

“Hai trovato qualcosa, caro?”, disse, camminando verso di
me.

“Che significa, decorato
con ciondoli a piacere?”

“Beh, tu
mi dici che tipo di oggetti ti piacerebbe metterci. Posso creare dei ciondoli
d’argento, di qualsiasi forma. Generalmente i ragazzi scelgono qualcosa che sia
importante o significativo per la loro ragazza. Una volta venne un uomo la cui
moglie adorava gli spaghetti; io creai un ciondolo a forma di piatto di
spaghetti fumanti. Era tenerissimo. Alcuni chiedono un ciondolo con le parole style='mso-bidi-font-style:normal'>Ti Amo. Oppure un libro, o l’animale
preferito. Puoi averne fino a un massimo di cinque. Ogni ciondolo dopo il
quinto si paga a parte”.

Sorrisi. Perfetto. “Lo prendo”.

Anche lei
sorrise. “Fantastico!” Passò una mano sopra al ceppo: la barriera antifurto
invisibile oscillò come una gocciolina d’acqua. Prese il braccialetto e mi
condusse al bancone. “Ora dimmi quali ciondoli desideri”, disse, prendendo una
penna d’oca e un pezzo di pergamena.

Ci
riflettei su. “Un Boccino. Un cucchiaio. Una freccia”. Feci una pausa,
pensieroso. “Una paletta da giardiniere”. Feci un largo sorriso. Lei mi guardò
un po’ storto. Non ci sarebbe mai arrivata, pensai.
“Ancora uno”, mi disse.

“Un cuore”. Fu tutto ciò che riuscii a farmi venire in
mente. Lei mi sorrise. “È tutto?”

“Sì, va bene così, grazie”.

“Bene,
allora adesso comincio, poi potrai ispezionare il risultato prima di concludere
l’acquisto, va bene?”

Annuii. “Mi pare perfetto. La ringrazio”.

Andò nel
retrobottega, dietro la tenda. Mentre aspettavo mi guardai intorno, osservando
alcune delle collane più grandi e brutte che avessi mai visto. Ma chi è che
compra questa roba?

Qualcosa
continuava ad intrufolarsi nel mio campo visivo. Ma io continuavo ad ignorarlo.
Resta sul sicuro, Harry, mi dicevo. Ma non riuscivo a non guardarlo. Era
perfetto. Era quello che avrei comprato, se fossi stato alla ricerca di quel
tipo di cosa.

No, no. Hai preso il braccialetto.
È un gran bel regalo. Le piacerà. Ti sei cacciato abbastanza nei guai, per
oggi.

“Eccoci
qua. Dai un’occhiata e vedi se ti piace. Facciamo ancora in tempo a cambiare
qualcosa, quindi dimmelo chiaramente se non ti piace”.

Sollevai
delicatamente il braccialetto e lo tenni in mano. La freccia, il Boccino. La
paletta. Il cuore era disposto di profilo, per essere agganciato alla
catenella. Ma credo che la cosa più bella fosse il cucchiaio. Era identico al
cucchiaio nella cucina della scuola. Era stupendo.

“È
perfetto, davvero. Grazie infinite. Le piacerà tantissimo”, dissi,
restituendole il bracciale.

La sua
bocca si aprì in un largo sorriso. “Oh bene. Lo spero”, disse, riponendo il
gioiello in una scatola nera, lunga e sottile. L’argento faceva un bellissimo
contrasto con il nero del cofanetto.

“Facciamo il conto, allora?”, disse. Assentii con un breve
cenno del capo.

“A meno
che, naturalmente, tu non abbia trovato qualcos’altro di irresistibile?”
aggiunse, inarcando un sopracciglio. Evidentemente mi aveva visto aggirarmi
dall’altra parte del negozio. Non disse altro, e batté in cassa il prezzo del
braccialetto. Indugiai un momento, prima di infilarmi una mano in tasca.
“A dir la verità, ci sarebbe un’altra cosa…”

*****

continua nel post seguente
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Messaggio Da Light. Mer Giu 25, 2008 2:19 pm

Era
sdraiata nella vasca da bagno, i capelli arrotolati in una specie di palla in
cima alla testa, gli occhi chiusi. Era venuta quassù a farsi un bagno prima di
cena, ma io volevo vederla. Volevo disturbarla. Mi ero introdotto di nascosto
nella sua stanza, reggendo in ciascuna mano un boccale di zabaione che avevo
abilmente sottratto agli elfi delle cucine. Non riuscivo a togliermi dalla
testa l’immagine di Dobby, con un cappello da Babbo Natale in testa, troppo
grande di quattro taglie. Povero, dolce Dobby. Se domattina viene a svegliarci
lo ammazzo.

Hermione
non mi sentì entrare. Stava ascoltando della musica. Una musica triste, una
specie di blues — non ho idea di cosa fosse. Chi immaginava che Hermione
ascoltasse questo tipo di musica? Mi misi a sedere per terra, vicino alla
vasca, senza far rumore, e restai lì a guardarla muovere la testa al ritmo
triste di quella canzone.

Lentamente,
e di soppiatto, appoggiai una mano sulle sue ginocchia lisce, che spuntavano
dalla superficie dell’acqua.

“Aaaahhh!”,
gridò, mentre l’acqua schizzava dal bordo della vasca, una vasca
d’antiquariato, con le gambe a forma di zampe di leone. Risi, ma non tolsi la
mano. Lei fece un gran sospiro e si mise una mano sul cuore. Mi guardò con
occhi assassini. Poi sorrise. Con la mano libera le porsi il calice con lo
zabaione — roba stomachevole e lattiginosa, secondo me, ma a lei piaceva — e
iniziai la mia tortura.

Feci
scorrere la mano giù per l’interno della sua coscia, sotto il pelo dell’acqua.
Mi guardò storto. Io sorrisi cattivo. Appoggiò il calice al petto e chiuse gli
occhi.
Ma la
lettera H sul rubinetto del bagno delle donne significa “Hell”? Mi verranno
delle ustioni di terzo grado sulle mani.

Le mie
dita sentirono una peluria bagnata, e vi spinsero contro. Lei inarcò un poco il
collo. Tastai delicatamente, senza entrare, esplorando soltanto. Le sue cosce
si irrigidirono un po’, immobilizzando la mia mano lì dov’era, e alzò i
fianchi. Prese un sorso di zabaione e si spinse incontro alla mia mano.

Okay, dopotutto lo zabaione non è
poi così male. È dolce, e tiepido. Credo che questa impressione mi derivasse dal fatto che
la sua lingua stava massaggiando la mia in un abbraccio caldo e dolciastro.

Si tirò
indietro e mi guardò con un’espressione licenziosa. Da parte mia, continuai la
mia piccola esplorazione, e appoggiai la testa sul bordo della vasca.

Era
bello. Era davvero bello. Devo cercare di scoprire chi canta questa canzone. È
una gran bella canzone. Lei bevve un altro sorso di zabaione e spinse i fianchi
contro la mia mano, sovrappensiero. Io spinsi dentro di lei, il mio pollice la
toccava lì. Aprì gli occhi e mi guardò. Non battei le palpebre.

Non ce la
facevo più. Mi misi in ginocchio, mi piegai in avanti e la baciai. Metà della
mia camicia blu era ormai completamente bagnata. I miei pantaloni erano
impregnati dell’acqua che era sul pavimento. Non mi importava. Mi spinsi più
avanti, baciandola sulla gola, mentre le mie dita spingevano più forte.
Istintivamente le mie gambe si sollevarono per avvicinarmi a lei.

Mi
ritrovai dentro la vasca, con tutti i vestiti. I miei occhiali atterrarono in
un angolo, da qualche parte. Lei scoppiò a ridere, mentre l’acqua schizzava via
in tutte le direzioni e rifluiva sul pavimento. Ero tra le sue gambe,
aggrappato agli angoli della vasca, e cercavo di restare in equilibrio sopra di
lei.

Come ci
siamo riusciti, senza ammazzarci, non lo capirò mai. Per quanto tentassi, non
riuscivo a sfilarmi i pantaloni bagnati. Ma fu sufficiente riuscire a
sbottonarli. Lei mi tirò via da sopra la testa la maglietta, fradicia
anch’essa, e la gettò in terra. Pensai che dovevo far attenzione per uscire da
questa vasca, dovevo uscire lentamente. Già mi vedevo scivolare e cadere, e
così mi avrebbero trovato la mattina dopo: un povero elfo domestico mi avrebbe
trovato morto, sul pavimento, con un sorriso stupido sulla faccia. Almeno sarei
morto contento. Sì, anzi, è proprio così che vorrei andarmene.

Mi spinsi
dentro di lei e le sue gambe si aggrapparono al mio torace. Ogni volta che
spingevo, l’acqua schizzava fuori dalla vasca e lei rideva sottovoce.

Profumava di sapone e di zucchero.

Quando
finimmo, mi girai, la mia schiena contro il suo petto. Avvolse le gambe intorno
al mio corpo, più stretto che poteva. Massaggiai le sue ginocchia. Le sue
braccia avvolsero il mio collo, le mani appoggiate sul mio petto. Baciò la mia
nuca. Presi le sue mani, intrecciando le sue dita alle mie. Le portai alla
bocca e baciai le nocche delle sue dita. Poi accompagnai di nuovo le sue mani
sul mio petto, e le tenni lì per un po’. Chiusi gli occhi. Ero tanto stanco, ma
anche tanto sereno. Con un piede lei aprì il rubinetto per riempire la vasca.
Un bel po’ d’acqua era finita sul pavimento: colpa della mia foga.


Distese le mani sul mio petto e lo strofinò, tenendomi
stretto a lei.

Al diavolo la paura di scivolare e cadere. Signore,
prendimi adesso.

Dovevo
essermi addormentato, perché quando aprii gli occhi sentii che mi stava dando
delle piccole gomitate. Alzò una mano e batté un dito sull’orologio: era il
nostro segnale per dire “il tempo è finito”. Annuii e mi alzai a sedere. Lei si
districò dalla sua posizione e afferrò l’asciugamano. La guardai avvolgersi i
capelli in un telo di spugna, e gettare un altro telo sul pavimento per
raccogliere tutta quell’acqua. Si accorse che la stavo guardando. Sorrise e
aprì per un momento l’asciugamano che le copriva il corpo, per poi chiuderlo
frettolosamente e avviarsi verso la camera da letto. Risi.

Quando
finalmente uscii dalla vasca, la trovai seduta sul letto, che si asciugava i
capelli. I miei vestiti grondavano acqua. Sarei dovuto passare in camera mia
per cambiarmi. Ma non era ancora ora di andarmene. In tutto questo tempo, non
avevo mai fatto l’amore con lei in un letto. C’era qualcosa di assolutamente
meraviglioso in quell’idea.

Un’altra volta,
Harry. O faremo tardi.

Si alzò
in piedi e slacciò l’asciugamano, usandolo per asciugarsi le gambe. Rimasi lì
in piedi sull’uscio, a guardare. Avevo messo la scatola con il braccialetto sul
suo tavolo, prima di raggiungerla in bagno. Volevo che lo aprisse, ma non
l’aveva ancora visto.

Si stava
guardando la pancia. Osservava la freccia, che ormai era quasi completamente
sbiadita, ridotta a poco più di un’ombra. Alzò gli occhi verso di me e tirò
fuori il labbro inferiore, imbronciata. Sorrisi. Andai alla sua scrivania e
trovai un portapenne. Non c’erano pennarelli, ma una penna nera, dalla punta
grossa, sarebbe servita allo scopo.

Le
sorrisi e la feci sdraiare sul letto. Ridisegnai la freccia. Stavo per scrivere
“Mia”, ma mi fermai e riflettei per
un momento.

Ora
non si torna più indietro. Soffiai sulla pelle per far asciugare l’inchiostro. Ci passai sopra
una mano per assicurarmi che la scritta non sbavasse. La baciai sulla bocca
prima di alzarmi. Lanciai un’occhiata al tavolo dove si trovava il suo regalo.
Lei seguì il mio sguardo. Vide la scatola, lunga, sottile e nera, con un fiocco
sopra. Poi guardò in basso, al suo stomaco, e sul suo volto si dipinse un’espressione
di sorpresa.

Ti amo

Non è che
non le avessi mai detto che l’amavo. Ogni volta che la guardavo le dicevo che
l’amavo. Ogni volta che la baciavo le dicevo che l’amavo. Ogni volta che
spingevo dentro di lei, ancora e ancora, le dicevo che l’amavo. Nella stanza
degli attrezzi da Quidditch, nello sgabuzzino delle scope, nelle cucine, sotto
gli spalti del campo da gioco, nell’aula di Piton, e nella vasca un momento fa.
Spingevo dentro. Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…

Lei lo
sapeva. Ma non ero mai stato così esplicito finora. Non l’avevo mai messo nero
su bianco.

Alzò lo
sguardo. Accarezzai la sua guancia e la baciai ancora, dolcemente questa volta.
Le diedi un colpetto sul naso e me ne andai.
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Messaggio Da Gianfo Mer Giu 25, 2008 2:40 pm

big chiara jones ha scritto:"IO BUFFONA???E TU SEI FALSOOOOO!!! BRAVOOO BRAVOOO SEI QUA SOLO PER LE TELECAMEREEEEE..."
ahhhh io falso??? BRAVA BRAVA BRAVA... perchè qui dentro veri come me nn c'è nessuno!!! e poi QUANDO PARLI CON ME DEVI STARE ZITTA!!!!!
XDXDXD
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Messaggio Da big chiara jones Mer Giu 25, 2008 2:53 pm

"A ME ZITTA NON LO DICE NESSUNO CAPITO???NEMMENO LA MIA ESTETISTA QUANDO MI FA LA CERETTA OK??? E POI TU SEI VERO COME UNA BANCONOATA DA 3 EURO E 57 CENTESIMI QUNDI ZITTO E VATTI A FARE UNA CERETTA ANCHE TU OK??"

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Messaggio Da Gianfo Mer Giu 25, 2008 3:02 pm

LA CERETTA IO ME LA FACCIO TUTTI I GIORNI PRIMA DI ANDARE A LETTO, E NN TI PERMETTERE MAI + DI DIRMI CERTE COSE XKè TU NN MI CONOSCI!!! IO NON TI CONOSCO!!! NON CI CONOSCIAMO!!! E NON TI VOGLIO CONOSCERE!!! HAI CAPITO?!? PERCHè NN SAI NIENTE DI ME!!! SEI VUOTA E NON VALI NIENTE!!! E POI COME DICE IL PROVERBIO: CHI NULLA STRINGE......... NN STRINGE NULLA!!!
E POI NN FARE LA SANTARELLINA PERCHè IO LO SO COS'HAI FATTO LA SCORSA ESTATE CAPITO?!?!!?
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Messaggio Da big chiara jones Mer Giu 25, 2008 3:37 pm

che ho fatto la scorsa estate?o.O adesso mi preoccupo XD
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Messaggio Da Gianfo Mer Giu 25, 2008 3:40 pm

XDXDXDXD
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Messaggio Da big chiara jones Mer Giu 25, 2008 3:41 pm

consorte o sputi il rospo o ti bombardo di virus su msn XD
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Messaggio Da Konrad37 Mer Giu 25, 2008 8:08 pm

big chiara jones ha scritto:consorte o sputi il rospo o ti bombardo di virus su msn XD
XDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXD
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Messaggio Da Konrad37 Mer Giu 25, 2008 11:06 pm

ho appena letto il 4 capitolo...che romantico che è harry!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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