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SMX x HAITI = passa parola

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Messaggio Da Sk8er-Boi Sab Gen 16, 2010 5:52 am

Mi scuso con "light"per lo SPAM ma questa è una causa giusta:



(non ho visto nessuno per l'AIRC)



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Messaggio Da =paO= Sab Gen 16, 2010 1:19 pm

Scusa,non ho mai avuto un'intelligenza brillante,,, Questo sms è per le persone di Haiti o per la cicerca contro il cancro? Perchè questo post c'è un pò ovunque...Non mi è chiaro! Visto che hai aperto un post su Haiti metto due articoli....

HAITI: L’ASTA DEI CADAVERI E TOPOLINO
DI MIGUEL MARTINEZ
kelebek.splinder.com/

Arrivano sode e tonde le cifre dei morti nel terremoto di Port-au-Prince, ovviamente molto prima che qualcuno abbia contato realmente i cadaveri. E' l'effetto dell'asta mediatica, vinta da un senatore haitiano che ha sparato la cifra trionfale di "500k", come titolano i giornali anglosassoni per risparmiare spazio.
E' il perfetto trauma - per usare il termine di Mario Perniola - privo di qualunque contesto, che fa provare una gradevole eccitazione, da alternare alla dose quotidiana di urli di calciatori vincenti, ballerine provocanti e politici che si fanno le pernacchie.
La Nazione, un quotidiano che si distingue per feroci titoli sul tema Allarme Extracomunitari, oggi urla a pagina intera, AIUTIAMOLI, un titolo così grande da mettere in ombra addirittura quest'altro, "Coppa Italia, viola ai quarti Fiorentina - Chievo 3-2."
Trovo invece sempre più incerte le cifre sui vivi: l'altro ieri ho citato quella di 1,7 milioni di abitanti a Port-au-Prince, presa da Wikipedia; Repubblica invece parla di 3,5 milioni, un ">altro sito parla di 1,2 milioni, con 2,5 milioni nell'area metropolitana; ma c'è anche chi parla di ">4 milioni.
Qualunque sia il numero, è evidente che il vero disastro è quello, e dipende in larga misura da scelte umane e politiche.
A cavallo degli anni Settanta e Ottanta, l'immensa macchina dei think tank statunitensi, che trasformano gli interessi delle imprese americane in decisioni politiche, ">scelse di appoggiare il pittoresco dittatore Jean-Claude "Baby Doc" Duvalier, allo scopo di trasformare Haiti nel "Taiwan dei Caraibi", sostituendo l'agricoltura con la produzione industriale per l'esportazione, grazie al costo assai ridotto della manodopera locale.
Aiutare, far progredire, modernizzare, inserire nel mercato globale, urrà!
USAID, l'agenzia politico-umanitaria dell'Impero, usò il bastone e la carota per cacciare i contadini dai campi e mandarli nelle fabbriche: le eccedenze agrarie statunitensi, ampiamente sussidiate, furono riversate nel paese sia come "aiuti diretti", sia come prodotti venduti a bassissimo costo - il dittatore provvide ad abolire praticamente i dazi.
Il risultato inevitabile fu la distruzione della società contadina.
Grazie ad altri aiuti, i contadini poterono costruirsi baracche fragilissime, ovviamente nei pressi del polo industriale, cioè a Port-au-Prince.
E lì quelli che trovarono lavoro si dedicarono a inscatolare prodotti provenienti dal nuovo sistema agricolo industrializzato, che aveva bisogno di pochissima manodopera; oppure a produrre cappellini da baseball e magliette della Disney - ">nel solo 1993, Michael Eisner, amministratore delegato della Disney, guadagnò 203 milioni di dollari, pari a 325.000 volte lo stipendio di un suo operaio haitiano.
Poi, siccome viviamo in un mondo flessibile, gli Stati Uniti mollarono tutto il progetto, lasciandosi dietro le conseguenze.
Ma no, che diciamo? Ieri Obama ha dichiarato al popolo dell'Haiti, "Non sarete abbandonati e dimenticati, gli Stati Uniti e il mondo sono con voi". Fissando intensamente le telecamere come sa fare solo lui, ha tratto l'inevitabile conclusione, ''Questo - ha aggiunto - è un momento che richiede la leadership dell'America".

Miguel Martinez ha ragione. Si tratta della consolidatissima prassi americana; invadere i mercati altrui con porcherie proprie, distruggere le economie di sussitenza locali costringendo i contadini a riciclarsi in manodopera alle dipendenze delle multinazionali battenti bandiera statunitense. Quando poi c'è da apparire magnanimi e misericordiosi, gli americani non sono secondi a nessuno. Nella sua consueta orgia di retorica, buona ad ipnotizzare i milioni di lobotomizzati delle due sponde atlantiche, il signor Obama ha sentenziato, col cuore in mano, che una leadership americana in un momento come questo è quanto mai indispensabile. Roba da guerra fredda.

Il col. Fabio Mini rilasciò un'intervista dove diceva che nel caso di catastrofi naturali la gente le avrebbe attribuite alla natura, mentre loro avrebbero pensato a chi fosse stato.... Con questo non si vuol dire che non esistano eventi di questa portata naturali. Ma si vuole precisare che esiste la possibilità che con quelli non naturali ci possa essere un qualcuno che ci "campi"... ...e intanto ci fanno credere che l'inquinamento prodotto dall'uomo è la causa di questo ed altri mutamenti... Thomas Bearden divulga le informazioni in suo possesso sui programmi in corso volti all'ingegnerizzazione del clima per opera dei Russi e di altri, tramite le armi scalari conosciute anche come Tesla Howitzers (Obici Tesla). Il gentilissimo Richard di Altrogiornale ha tradotto il testo che proponiamo. E’ una ricerca molto tecnica e certamente poco comprensibile per i profani, ma il concetto-chiave è chiaro: sono usati dispositivi che si basano probabilmente non solo sui campi elettromagnetici, ma anche sull’uso di energie scalari (energia del punto zero?) per influire sui fenomeni meteorologici e tettonici. Quanto mai opportuno il riferimento alle scie chimiche degli aerei che giocano un ruolo determinante nelle manipolazioni atmosferiche. L’indagine di Bearden si fonda principalmente sulle teoria superpotenziale di E.T. Whittaker. Nel gennaio 1960 (43 anni fa!) Nikita Khruschev annunciò al Presidium: "Abbiamo una nuova arma, nel portafoglio dei nostri scienziati, talmente potente che, se usata senza ritegno, può distruggere tutta la vita sulla Terra. E' un'arma fantastica". I Russi non hanno ancora rivelato di che arma si tratti, ma l'hanno sviluppata in segreto e l'hanno provata clandestinamente per vedere se l'Occidente potesse capire che cosa accadeva, se gli U.S.A. avessero già scoperto tale arma. Non era così. Nel 1997, 37 anni dopo..... (continua al link):
http://www.tankerenemy.com/2009/05/i-signori-del-tempo-armi-scalari-per.html
Belle informazioni nevvero??!


Energie scalari :
Le onde EM longitudinali scalari hanno la capacità di generare un'arma attraverso lo spazio-tempo stesso in maniera tale che la massa e l'energia non "viaggino attraverso lo spazio" dal trasmettitore all'obiettivo. Infatti, le increspature e le perturbazioni nel tessuto dello spazio-tempo stesso sono manipolate in modo da incontrarsi e interferire all'interno dello spazio-tempo locale di alcuni obiettivi distanti. L'interferenza di queste increspature (o onde) nel tessuto dello spazio-tempo creano gli effetti energetici desiderati direttamente all'interno e attraverso l'obiettivo stesso, emergendo proprio dallo spazio-tempo (vuoto) in cui l'obiettivo è allocato nella sua posizione remota. Le onde scalari possono essere usate come arma per creare terremoti. Alcune prove indicano che le agenzie militari Americane e Russe, e altri paesi stanno correndo per sviluppare e applicare sistemi basati sull'energia scalare di Tesla, per le modificazioni climatiche.
http://italia.etleboro.com/?vid=1476


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Messaggio Da =paO= Sab Gen 16, 2010 1:40 pm

Solo un altro e poi basta non vorrei sembrare insensibile!!!!
ONG, TELEMUTILATORI UMANITARI E ALTRI SPETTACOLI

DI MIGUEL MARTINEZ
kelebek.splinder.com

E' solo una notizia, letta al volo in rete e riguarda un tema su cui so poco: il terremoto di Haiti.
Resto colpito da due dettagli: è il paese più povero del continente americano, 153esimo su 177 paesi del mondo secondo le solite, discutibili classifiche. Una disoccupazione stimata tra il 50% e il 70%. Eppure, la capitale di questo paese ha 1.700.000 abitanti, più del comune di Milano, a dimostrazione di come l'urbanizzazione dei nostri tempi non abbia nulla a che vedere con la vecchia idea borghese/proletaria di città: Kinshasa, che probabilmente ha ancora meno industrie di Port-au-Prince, ha ben 10 milioni di abitanti.
L'altro dettaglio ci offre un piccolo quadro del post-imperialismo: tra i morti nel terremoto, c'erano otto soldati cinesi e tre soldati giordani. I primi, evidentemente, per fare un favore a poca spesa al principale debitore della Cina, i secondi al principale creditore della Giordania, e cioè sempre gli Stati Uniti.
L'evento, che sarà sicuramente seguito da una breve ma intensa campagna di aiuti, con relative raccolte e collette, è capitato esattamente mentre finivo di leggere il libro della giornalista olandese, Linda Polman, L'industria della solidarietà. Aiuti umanitari nelle zone di guerra (Bruno Mondadori, 2009). Certo, il sottotitolo parla di "zone di guerra", ma la definizione è assai vaga visto che nessuno dichiara più guerra da sessantacinque anni - forse l'ultima dichiarazione in assoluto fu quella dell'Italia che entrò in guerra con il Giappone nel luglio del 1945.
Il libro parla della grande macchina delle ONG internazionali: le Nazioni Unite stimano che ve ne siano circa 37.000; e se si unissero, "formerebbero un paese che sarebbe la quinta economia del mondo". Abbiamo parlato solo delle ONG internazionali - negli Stati Uniti, secondo la Polman, sono già registrate 150.000 organizzazioni umanitarie, e se ne registrano altre 83 al giorno.
Questa macchina si regge essenzialmente sui contributi volontari: come la Chiesa medievale ben sapeva, la somma di autentiche buone intenzioni, di sensi di colpa, di strategico calcolo nell'esibire la propria generosità è capace di smuovere ricchezze notevoli. Polman è una giornalista, e giustamente non approfondisce questo aspetto, che però sarebbe interessante da analizzare.
Come è interessante il rapporto tra la proliferazione delle ONG (nonché di tutte le analoghe forme associative e caritatevoli) e il crollo dei sistemi nazionali e previdenziali. Lo Stato occidentale si limita a mettere sempre più telecamere, mentre altre funzioni vengono delegate a questo nuovo clero missionario; mentre nel cosiddetto Terzo Mondo, gli ultimi decenni hanno visto collassare i sistemi tradizionali di sussistenza, in nome del mercato globale e dell'agricoltura industriale, con la trasformazione degli Stati in bande militari.
L'autrice mette invece bene in evidenza il rapporto che esiste tra la rete delle ONG e il sistema mediatico: le ONG, in feroce concorrenza tra di loro per donazioni e contratti enormi ma inaffidabili, portano i giornalisti a proprie spese a pubblicizzare le catastrofi su cui stanno lavorando, esibendo immancabilmente donne e bambini, ovviamente vicine alle bandierine dell'ONG in questione. La tragedia è un racconto complesso, con cause, ambiguità e scelte; i media, che vivono puramente nel presente, possono invece solo cogliere il trauma, in cui la bambina cambogiana, quella haitiana e quella del Darfur sono perfettamente intercambiabili, a parte qualche sfumatura di colore.

Il clero missionario delle ONG può essere composto da autentici santi oppure da truffatori, ma anche da un'umanità intermedia di funzionari che vogliono guadagnarsi in maniera relativamente onesta un ottimo stipendio, da esibizionisti, pazzi e avventurieri di ogni sorta, che prosperano in un clima in cui è obiettivamente impossibile controllare la fine che fanno i soldi. E meno "fanno politica", più la fanno.
Nel 1984, il regime che governava l'Etiopia decise di deportare le popolazioni ribelli dal nord al sud, dove sarebbero state usate come manodopera forzata nelle grandi aziende agricole di stato. L'esercito quindi non solo massacrò la popolazione civile, ma devastò i campi, macellò il bestiame e avvelenò i pozzi. Poi chiamarono i fotografi occidentali a mediatizzare i risultati di quella che chiamavano la "siccità", mentre lo spregevole star mediatico-canoro Bob Geldof lanciò una campagna di raccolta di fondi, sfruttando tutti gli abissi del sentimentalismo religioso-sentimentale occidentale con la canzone intitolata, Do They Know It's Christmas? Una domanda idiota, visto che il Natale copto si celebra il 7 gennaio e senza Babbo Natale.
Il governo etiopico - facendo peraltro pagare tasse elevate su tutti gli aiuti che arrivarono - potè così organizzare la deportazione a spese di tutti coloro i cui buoni sentimenti natalizi erano stati messi in moto dalla macchina foto-rockettara.
L'autrice non si limita a smascherare il defunto regime real-comunista dell'Etiopia: descrive anche il quadro dell'Afghanistan, dove nel 2004 operavano non meno di 2.325 ONG registrate che seguivano quasi tutte le esplicite direttive del governo degli Stati Uniti e della Commissione Europea. Mentre il responsabile di USAID ha dichiarato che le ONG devono operare "come un prolungamento del governo", la Commissione Europea ha stabilito che il budget degli aiuti deve essere "al servizio della politica di sicurezza europea". Ecco che gli uomini delle ONG, con le note lodevoli eccezioni, si distinguono difficilmente dai mercenari della Blackwater.
Ma forse la scoperta più interessante del libro riguarda la Sierra Leone. Dove l'autrice racconta della festa che si è svolta a Freetown, in un albergo di lusso appena inaugurato, ospite d'onore il presidente della sfortunata repubblica, per celebrare il fatto che il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) aveva appena riconfermato che la Sierra Leone era il paese più povero del mondo, con tutto ciò che implicava come opportunità di ottenere nuovi aiuti.
La Sierra Leone è nota nella mediasfera per una misteriosa guerra dei diamanti, in cui le varie bande coinvolte mutilavano mostruosamente i civili: la Polman segue la storia di alcune bambine praticamente rapite dai campi profughi da zelanti evangelici americani, che ricompaiono in campagna elettorale abbracciate da candidati politici statunitensi ed esibite in televisione. Ci sono tutti gli ingredienti della trionfale cultura delle Vittime e dei Vittimi dei nostri tempi, con in sottofondo il dubbio - per carità, non esplicitato - che le ragazzine siano state colpite dall'animalesca barbarie africana. Ribadendo così il fardello che l'uomo bianco è costretto da sempre ad assumere.

Bene, l'autrice racconta alcuni incontri con i cosiddetti ribelli del RUF, i più intransigenti mutilatori.
Giovani per nulla stupidi, che chiamano le loro bande (come ho letto altrove) con i nomi di gang statunitense, imparate su MTV, imitandone con grande cura l'abbigliamento. E che spiegano candidamente che hanno commesso le loro atrocità per un solo motivo. "A voi interessavano solo la white man's war in Jugoslavia e i campi di Goma [per rifugiati ruandesi]. Noi potevamo tranquillamente continuare a combattere. Solo quando sono spuntati fuori i primi mutilati avete iniziato a interessarvi a noi".

Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com/
Link: http://kelebek.splinder.com/post/22041303/ONG%2C+telemutilatori+umanitari+
13.01.2010


Haiti e Cuba sono separate da 50 miglia di mare.

Haiti:
Percentuale di decessi alla nascita: 6%
aspettative di vita: 60 anni

Nella "dittatura" comunista invece:
percentuale di decessi alla nascita: 1%
aspettative di vita: 75 anni

Queste informazioni le potere trovare nel "world factbook" della CIA www.cia.gov
Questo è il capitalismo: tutto il resto del bailamme ONG che seguirà la tragedia di Haiti sarà la caritatevole cosmesi con cui questo sistema vecchio e suicida incanta ancora i buonisti colla panza piena.

Un altro terremoto artificiale causato da HAARP? Probabile. QED
Io no mi meraviglio se a volte i terremoti arrivino a comando.. Nelle zone cosiddette a rischio , le basse frequenze di HAARP possono effettivamente far vibrare la terra in profondità e creare terremoti, mentre in altre zone più stabili geologicamente occorre usare bombe di profondità.. Nelle carte da gioco di Steve Jackson parla del dominio globale e come si ottiene____http://zret.blogspot.com/2009/05/illuminati-game-e-la-teoria-della-terra.html ___ https://www.youtube.com/watch?v=km1cni4MvQ8___ Dunque creare un problema per risolvere una questione politica. Occorre indagare!
Sinceramente non credo sia il caso di fare di tutta l'erba un fascio. Ci sono ONG che fregano solo soldi e si sostuituscono ai governi, avendo come unico scopo la propria esistenza e il proprio finanziamento... ma ve ne sono altre SERIE. Ho avuto modo di collaborare con Medici Senza Frontiere e vi posso assicurare la loro totale onestà, dedizione e trasparenza. MSF opera in contesti di CRISI, non vuole sostituirsi ai governi ma interviene laddove un normale governo non può avere le forze di prendersi cura della gente. Vedi il caso Haiti: MSF prima del terremoto stava valutando di lasciare il paese, perché ormai aveva istruito un gran numero di persone dello staff locale e voleva che essi continuassero in totale autonomia. Ora dopo il terremoto è chiaro che MSF dovrà potenziare l'intervento. Ma vi assicuro che nessuno stappa lo champagne... e che del denaro che arriva ad MSF, solo una piccola parte viene speso in stipendi e comunicazione (necessari, ovviamente), mentre il grosso finisce in medicinali, logistica, paghe (basse, per quello che fanno) dello staff medico... E' vergognoso dire che le ONG sono qualcosa di inutile... ed è anche pericoloso, in momenti così.


.........Se questi sono uomini( parlando di noi). Non di quei poveri cristi che combattono ogni giorno tra loro per un pezzo di pane e cibo!


Ultima modifica di =paO= il Ven Gen 22, 2010 8:24 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Sk8er-Boi Sab Gen 16, 2010 10:14 pm

TERREMOTO X HAITI:

Semplicemente indicavo questo POST anche in altri TOPIC per segnalare che non avevo visto risposte mesi fa per AIRC.

QUESTO E' X HAITI, anche se è chiaro per tv o web, mi sembra che mettere in EVIDENZA queste cose non sia grave, anzi.
''
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Messaggio Da =paO= Sab Gen 16, 2010 10:50 pm

No, nel modo più assoluto,anzi!
Grazie per la segnalazione!!
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Messaggio Da =paO= Ven Gen 22, 2010 8:22 pm

I RAGAZZI DEL GRANDE FRATELLO IN MISSIONE AD HAITI

DI ROBERTO QUAGLIA
Roberto.info


Credete si tratti di uno scherzo? No, no, questa è una proposta serissima!

Mandiamo “i ragazzi del Grande Fratello” in missione ad Haiti.

Per essere sicuro che nessuno fraintenda, sottolineo che questa non è una trovata polemica. E’ piuttosto un’anticipazione dell’esito inevitabile delle cose per come è strutturata la società occidentale oggi. Quindi tanto vale farlo subito, prima che il Grande Fratello di qualche altra nazione ci preceda. Se una vetta è destinata ad essere scalata, tanto vale che a farlo sia uno di noi.

Mandare i Ragazzi del Grande Fratello per qualche giorno in missione ad Haiti, a spalare detriti e salvare almeno un bambino (cercando un po’ credo se ne trovino ancora a sufficienza a sotto le macerie), sarebbe ovviamente un piccolo passo per un Ragazzo del Grande Fratello, ma un grande passo per la Televisione del ventunesimo secolo. E, per la televisione italiana, finalmente il riscatto dalla brutta tragedia di Vermicino (tragedia brutta soprattutto in stretto senso televisivo, come qualcuno ricorderà[1]).



Ovviamente, per gli haitiani terremotati, non cambierebbe nulla. Ma di questo non ci deve importare. Dopotutto, già non ci importa niente che per loro nulla cambierà in virtù degli SMS solidali che in questi giorni le zelanti trasmissioni televisive ci sollecitano ad inviare. Già, la carità pelosa moderna oggi si fa inviando un SMS.

Nessuno vuole in realtà aiutare gli haitiani (a parte quelli pagati per farlo). Ci si vuole però illudere di averli aiutati. Si vuole solo sedare a basso prezzo il fastidio di rendersi conto che di quella tragedia in definitiva non ci importa nulla. Ci accorgiamo fuggevolmente della nostra insensibilità e per illuderci di non essere insensibili mandiamo un SMS Premium.

Tale insensibilità ha invece una naturalissima ragione d’essere: la tragedia è accaduta in un altro mondo. Distante. Non ci tocca. Se ci si commuove non è per la tragedia, ma per la rappresentazione televisiva di essa che il cavallo di troia della televisione ci porta in salotto, facendoci percepire la tragedia come se fosse nostra. Come fosse nostra per finta.

Ma non è nostra.

Neppure per finta.

Perché in realtà, il pianeta Terra con i suoi oltre 6 miliardi di anime è semplicemente troppo vasto per non produrre innumerevoli tragedie tutti i giorni.[2] Tutti, tutti, tutti, ma proprio tutti i giorni qualche centinaio di migliaia di persone muore (fra cui qualche decina di migliaia di bambini per fame, en passant), cioè più di tutti quelli morti nel terremoto di Haiti. Tutti i giorni. Ma poiché in genere non muoiono in modo spettacolare ed esotico nessuno ce lo mostra in tivù e noi non ci commuoviamo e non inviamo SMS caritatevoli. Eppure ogni morte è una tragedia – se non ci credete provate un po’ a morire e poi mi saprete dire.

Ma la morte fa anche parte dell’ordine naturale delle cose. Nella società occidentale moderna, produttrice ad oltranza di “diritti” dell’individuo sempre più irrealistici ed immaginari, sembra quasi che tra i “diritti acquisiti” ci sia anche quello di non morire. Quindi ci si dimentica della normalità della morte, e quando essa si manifesta si reagisce con stupore ed incredulità, spesso ornati di sterile indignazione. Quale distacco dalla realtà e pochezza di pensiero!

I telegiornali ci spiegano di come sia difficile far pervenire ad Haiti gli aiuti alimentari alle popolazioni per via di strade interrotte ed infrastrutture distrutte. Forse confondono le telecamere necessarie a filmare i disgraziati che fanno la coda per il cibo con il cibo stesso. Mi rendo conto che è problematico far giungere telecamere a sufficienza in così tante aree disastrate piene di gente che soffre e che meriterebbe di essere filmata, ma per il cibo è diverso. Non ci vorrebbe poi molto a sfamare gli haitiani in tutto il paese. Basterebbe paracadutare tonnellate e tonnellate di cibo da centinaia di aerei B52. Lo si fa con le bombe, non vedo perché non lo si possa fare con il cibo, che dopotutto costa anche di meno ed è più politicamente corretto e gastricamente digeribile. Va be’ che con le bombe però si vincono i Nobel per la Pace, mentre col cibo non è chiaro cosa ci si guadagni, ma se si vuole far finta di essere buoni, perché non farlo con un po’ più di convinzione?

Stabilito che degli haitiani in verità importa pochino a chiunque non sia di casa ad Haiti, riesaminiamo l’opportunità di inviare sul luogo in missione i Ragazzi del Grande Fratello.

Ad Haiti, i Ragazzi del Grande Fratello farebbero molte cose perfettamente inutili. Il pregio in ciò sta proprio nella sublime perfezione di tale inutilità, emblematica della irreale società televisiva italiana nella quale crediamo di vivere.

Quando ci fu il terremoto in Abruzzo, furono parecchi i casi documentati di giornalisti che ostacolarono i soccorsi pur di documentarli (in realtà, fingere di documentarli; vedi i video in calce all’articolo). Anche sforzandosi, peggio di così i Ragazzi del Grande Fratello non possono logicamente fare. Essendo perfettamente inutili, le loro azioni saranno meno dannose di quelle dei giornalisti italiani suddetti. Già questa mi sembra cosa buona e giusta. Ai limiti della nobiltà. Se siamo inutili come siamo, vediamo di non essere più dannosi del necessario. E celebriamo la nostra inutilità per quello che realmente è. Senza raccontarci quella marea di balle che ci rendono una società sempre più psicopatica.

Una volta sul luogo, vagando tra le macerie, i Ragazzi del Grande Fratello diranno anche molte, moltissime cazzate perfettamente inutili. E’ la loro specialità. Ottimo. Anche in questo caso, il valore sta nella perfezione, e nella limpida trasparenza di tale inutilità. L’inutilità genuina ha un valore. E’ molto peggio quando stronzate completamente inutili ci tocca sorbircele da un servizio giornalistico televisivo che ha la pretesa (per non parlare del dovere) di informarci di qualcosa. Fate caso a qualsiasi telegiornale odierno: negli ultimi dieci minuti vengono ormai date solo notizie del cazzo, di livello così basso che più infimo non si può. E questa è a volte paradossalmente la parte migliore del telegiornale. Spesso infatti le grandi testate giornalistiche non si limitano nemmeno a darci informazioni inutili, bensì ci ingannano contandoci vere e proprie balle (spero non si offendano gli aficionados della telenovela di Osama Bin Laden). Meglio allora ascoltare cosa hanno da dirci i Ragazzi del Grande Fratello in missione sul luogo del disastro umanitario. Se in tivù dobbiamo proprio assistere ad orge di lacrime perché fanno ascolto, molto meglio allora le fatue (e a volte divertenti, nella loro futilità) lacrime dei Ragazzi del Grande Fratello rispetto alla pornografica e criminale esposizione del tragico dolore dei parenti delle vittime che è ormai l’onnipresente piatto forte dei rispettati telegiornali necrofili.

Ha ormai preso piede l’abitudine di estradare di tanto in tanto i reclusi nella Casa del Grande Fratello verso un’altra Casa del Grande Fratello di un’altra nazione. Una sorta di Erasmus del Reality. Un’insensatezza meravigliosa. Quello che si chiede è di compiere un passo in più. Capire che le tragedie, una volta azzannate ed ingerite dai media, si trasformano in reality shows. E da reality shows vanno quindi trattate. Fino in fondo. Per una ragione di coerenza nei confronti dell’ineluttabilità delle cose.

Inviare i Ragazzi più invidiati d’Italia ad Haiti si può. E poiché si può, intrinsecamente si deve.

Non perché ciò sia utile, ma poiché questo è più sinceramente inutile delle altre cose che si fanno. Perché ciò incarnerebbe lo spirito dei tempi in cui viviamo meglio di qualsiasi altro gesto. E non ci si può esimere dal compiere un gesto così paradigmatico!

Un fatto del genere farebbe inevitabilmente tendenza. Ogni paese civilizzato del mondo si affretterebbe quindi a mandare un proprio contingente di Ragazzi del Grande Fratello ad Haiti, a vagare costernati nella desolazione del dramma.

In tragedie future, i vari team nazionali di Ragazzi del Grande Fratello potranno regolarmente convergere sul luogo del fatto per ingaggiare una competizione futile dalle regole che variano ogni volta, in modo da meglio calzare alla tragedia di turno. Una sorta di Giochi senza Frontiere del Grande Fratello Transnazionale, trasmessi in mondovisione. In grado, nel mondo occidentale, di battere gli indici d’ascolto delle olimpiadi stesse.

Questo è il futuro inevitabile della nostra società – ammesso e non concesso che la nostra società abbia un futuro. Quindi, perché attendere? Iniziamo a raccogliere firme! Inviamo questo pubblico appello a tutti quelli che conosciamo! Condividiamo questa battaglia inutile su Facebook! Hai almeno 5 amici con cui condividere subito questa inutilissima battaglia?[3]

Se proprio non si ha il coraggio di mandare i Ragazzi del Grande Fratello in missione ad Haiti, per lo meno ospitiamo una famiglia di haitiani terremotati nella casa del Grande Fratello, facendoli convivere col salumiere, il casto, la checca, l’innamorata, l’isterica, il pitbull ed il marchese a tre palle. E sottoponendo al televoto del pubblico l’opportunità di fare loro trascorrere anche qualche giorno nel tugurio, che per l’occasione gli scenografi addobberanno così da ricreare un’atmosfera post-terremoto, in onore di una tragedia da non dimenticare mai.

Una settimana è sufficiente per dare un segno importante al mondo. Il segno che la Televisione ha marcato una nuova tappa nel proprio fatale divenire. Gli ascolti andrebbero alle stelle. Gli sponsor sarebbero entusiasti. Alfonso Signorini verrebbe candidato al Nobel per la Pace. Ed alla fine della settimana i terremotati potrebbero sempre tirare su dei bei soldini vagando nel ruolo di ospiti con nulla da dire nelle varie trasmissioni televisive e discoteche alla moda.
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Messaggio Da Sk8er-Boi Ven Gen 22, 2010 10:50 pm

Pensiamo a mandare l'sms e spronare chi non l'hafatto!!!
GF espressione squallida della tv.
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Messaggio Da =paO= Sab Gen 23, 2010 3:49 pm

Sk8er-Boi ha scritto:GF espressione squallida della tv.
Condivido!!!
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Messaggio Da Sk8er-Boi Lun Gen 25, 2010 3:08 am

Tutta la TV è un bel teatrino!
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Messaggio Da =paO= Lun Gen 25, 2010 8:13 pm

Un teatrino che ti f****e il cervellino!
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Messaggio Da Sk8er-Boi Lun Gen 25, 2010 9:13 pm

Ma è inutile nascondersi dietro a un dito, noi siamo tutti schiavi: io per primo.
Ma per fortuna esiste il telecomando e posso scegliere!

D'obbligo è lo sport e i cartoni animati!
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Messaggio Da Light. Mar Gen 26, 2010 12:04 am

Bah io toglierei anche lo sport!
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Messaggio Da =paO= Mar Gen 26, 2010 12:08 am

Si anche io ...
Cioè, più che guardarlo fare a gli altri
uscirei per farlo io! Fifi
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Messaggio Da Sk8er-Boi Mar Gen 26, 2010 12:15 am

Lo fate anche voi il GP di Monaco? Laughing
O solcate l'erba di San Siro?

Questo è guardare lo sport... voi che zippate sulla tv?
UOMINI e DONNE in streaming ...wow non vedo l'ora!
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Messaggio Da =paO= Mar Gen 26, 2010 12:36 am

Io la tv la guardo di rado!
Ieri però ho visto l'ultimo bacio*.*
Che triste quel film!!!Sad
Però mi è piaciuto tanto!
Se no guardo mezz'ora di telegiornale!

Ps: Quanto mi sarebbe piaciuto correre sull'erba di San Siro!******
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Messaggio Da Light. Mar Gen 26, 2010 12:59 am

Ma che gusto c'è a guardare dieci persone in moto che corrono? Boh!
noo era ieri L'ultimo bacio? Volevo vederlo, non l'ho mai visto, vabbè lo guarderò in streaming!
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Messaggio Da Sk8er-Boi Mar Gen 26, 2010 1:15 am

Bravissima, io purtroppo l'ho detto prima, mi sento schiavo: tg nazionali no grazie, TG3 R si però e sopratutto quelli delle piccole televisioni provinciali.

TG Nazionali: La7 Sport e Studio Sport! Very Happy
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Messaggio Da =paO= Mar Gen 26, 2010 6:02 pm

Tornando all'argomento principale di questo topic
metto un articolo!
http://www.tankerenemy.com/2010/01/il-vaso-di-pandora.html

Le dichiarate applicazioni di HAARP rendono una tecnologia brevettata panacea per tutti gli stratega militari. Con HAARP è, infatti, possibile:

- Mettere a tappeto tutte le comunicazioni nel mondo, ma mantenere attivi i mezzi di comunicazione di coloro che controllano HAARP.

- Istituire un ELF (Extremely Low Frequency communications), gruppo di comunicazioni su un canale a bassissima frequenza per le lunghe distanze e per le applicazioni sotto acqua.

- Attivare a distanza un gran numero di esplosioni elettromagnetiche, non-nucleari, indirizzate verso un target. (Armamenti EMP)

- Modificare anche su zone lontane le condizioni climatiche e gli agenti atmosferici in modo tale da facilitare le operazioni militari.

- Gestire aerei a distanza, governati e potenziati dai trasmettitori HAARP. Un test del genere è stato fatto già ai tempi della APTI che mantenne il controllo di un velivolo di sorveglianza per 10,000 ore ad un’altitudine di 80,000 piedi .

- Identificare oggetti che si muovono nell’aria e determinare quali sono armati e quali sono innocui o benigni.

- Controllare i radar sotterranei per identificare strutture sotterranee e la loro resistenza alle armi utilizzando l’esame tomografico che penetra la crosta terrestre. Da un qualunque punto del pianeta è possibile, se le antenne sono propriamente sintonizzate e indirizzate, far rimbalzare onde sull’atmosfera e dirigerle a distanza verso un altro punto della Terra.

- Identificazione di armi nucleari a distanza.
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