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Messaggio Da zeelfs Gio Dic 17, 2009 12:43 am

Come tutti sapete, pochi giorni fa il presidente del consiglio è stato aggredito in piazza del Duomo a Milano da Tartaglia, un quarantenne, che da quanto viene detto è affetto da gravi problemi psichici...
io pian piano sto sviluppando una teoria tutta mia sulle reazioni delle varie persone riguardo questa faccenda =)
allora... la reazione delle persone di sinistra o che piu o meno tendono verso quello schieramento politico è disibile in due pensieri :
Ci sono quelli che sono assolutamente d'accordo con quello che a fatto Tartaglia e, anzi, avrebbero tanto voluto che gli avesse tirato quella statuetta con piu forza ...
Gli altri invece anche se magari nn sono d'accordo con il pensiero Berlusconiano ritengono quest'atto incivile, e dicono che Tartagia è un malato mentale

Poi ci sono quelli piu o meno di destra che io per lo piu identifico in un solo pensiero: ritengono Tartaglia un pazzo schizzato, credono che il povero Berlusconi è aggredito da tutti, Tartaglia è un incivile etc...


beh.. si io circa all'inquasi ho visto queste reazioni nei miei amici, conoscenti etc..
io penso... viva la pace e l'amore, ma in questo caso... MUHAHAHA XD
voi che ne dite di tutto questo mio ragionamento malsano e contorto? e che ne pensate di cio che è successo al povero Silvio??
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Messaggio Da CiGNeTTa Gio Dic 17, 2009 12:54 am

io vorrei tanto che tutti la piantassero di non parlar d'altro: gli hanno tirato sta benedetta statuetta in testa, mi dispiace, davvero, ma basta!non è che adesso per un mese l'opinione pubblica è monopolizzata da questo fatto. invece, come al solito, ogni occasione è buona per parlare del Buon Cavaliere...non ce ne libereremo proprio mai...
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Messaggio Da zeelfs Gio Dic 17, 2009 1:03 am

ahahah...
mannaggia mi ero scordata di catalogare anche il tipo di reazione tipo la tua XDXD
comunque è molto ragionevole nel modo in cui la vedi tu! =)
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Messaggio Da CiGNeTTa Gio Dic 17, 2009 6:14 pm

XD
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Messaggio Da Light. Gio Dic 17, 2009 7:06 pm

zeelfs ha scritto:Come tutti sapete, pochi giorni fa il presidente del consiglio è stato aggredito in piazza del Duomo a Milano da Tartaglia, un quarantenne, che da quanto viene detto è affetto da gravi problemi psichici...
io pian piano sto sviluppando una teoria tutta mia sulle reazioni delle varie persone riguardo questa faccenda =)
allora... la reazione delle persone di sinistra o che piu o meno tendono verso quello schieramento politico è disibile in due pensieri :
Ci sono quelli che sono assolutamente d'accordo con quello che a fatto Tartaglia e, anzi, avrebbero tanto voluto che gli avesse tirato quella statuetta con piu forza ...
Gli altri invece anche se magari nn sono d'accordo con il pensiero Berlusconiano ritengono quest'atto incivile, e dicono che Tartagia è un malato mentale

Poi ci sono quelli piu o meno di destra che io per lo piu identifico in un solo pensiero: ritengono Tartaglia un pazzo schizzato, credono che il povero Berlusconi è aggredito da tutti, Tartaglia è un incivile etc...


beh.. si io circa all'inquasi ho visto queste reazioni nei miei amici, conoscenti etc..
io penso... viva la pace e l'amore, ma in questo caso... MUHAHAHA XD
voi che ne dite di tutto questo mio ragionamento malsano e contorto? e che ne pensate di cio che è successo al povero Silvio??

siamo in due ad essere malsani e contorti! Xd
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Messaggio Da io655 Gio Dic 17, 2009 10:04 pm

io sinceramente quando ho visto il servizio al telegiornale avevo il sorriso stampato in faccia, lo ammetto! XD

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Messaggio Da =paO= Gio Dic 17, 2009 11:07 pm

zeelfs ha scritto:Ci sono quelli che sono assolutamente d'accordo con quello che a fatto Tartaglia e, anzi, avrebbero tanto voluto che gli avesse tirato quella statuetta con piu forza ...

Io sono tra questi, e anzi, altro che souvenire!!! Belin hanno sparato a tutti! Anche al povero Wojtyla!!!
Cavolo quanto ci vuole a piantargli un proettile nel sedere??!?! Va bhe cerco di contenermi altrimenti...
L'unica cosa che mi dispiace è che questo gesto a portato troooooooooppi più voti a Berlusconi ed è una cosa che mi provoca un prurito pazzesco! Poi voglio andare a trovare le persone che gli hanno mandato fiori,torte,bigliettini, ecc,,,Voglio dire, ma non lo sanno che Berlusca, manco guarda i regali? Ora è in una vasca idromassaggio a ridersela con troie,,, Tre minuti a farsi la faccia più tirata e quando tornerà a tormentare la scena politica italiana avrà anche più capelli di prima! Mannaggia! Oggi stavo comprando un hotdog e ho sentito la radio del bar che diceva... "(...) da dodici minuti il premier ha lasciato il S. Raffaele(...)" ..... ......... ......
ECHISSENEFREGA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi è QUASI passato l'appetito, il che è GRAVISSIMO!!!
Comunque sconcertante che anche le vendite delle statuine del Duomo siano salite alle stelle!
Signori questo posto mondo è impazzito!!!!
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Messaggio Da =paO= Gio Dic 17, 2009 11:21 pm

Mi dispiace. devo postarli... Leggeteli se volte altrimenti peace! Image Hosted by ImageShack.us
Ammetto che ho riso. Chiedo scusa ai sostenitori del politically correct, agli adepti del culto berlusconiano, agli scemi che credono di essere di fronte a un revival degli anni di piombo, a chi (giustamente) è preoccupato per le interferenze israelo-statunitensi sugli affari interni del nostro paese, ma ho riso. Non è umanamente possibile rimanere seri di fronte ad uno spettacolo del genere: un tipetto elegantemente vestito strepita per mezz’ora, serio serio, con piglio deciso e magniloquente, di lotta senza quartiere ai magistrati politicizzati, di revisione costituzionale, di intransigenza verso i traditori della patria. Dieci minuti dopo si becca un modellino del Duomo sul muso. Hai voglia a parlare di attacco proditorio, di clima politico avvelenato, di scissione del paese… come si fa a restare seri?



A mia parziale discolpa dirò comunque che l’allegria è durata poco, spenta ben presto da tristi considerazioni. La prima umana: il volto allibito e sanguinante del Presidente del Consiglio che risaliva in auto per essere accompagnato al San Raffaele portava il segno della fine di un’era, della decomposizione ineluttabile di un sogno durato quindici anni. Un sogno sciocco, forse, irrazionale, fasullo e deleterio per la società italiana; ma pur sempre un sogno che milioni di italiani hanno condiviso: quello della rinascita del paese per mano di un leader determinato, immortale e invincibile. Veder morire un sogno, per quanto puerile, non è mai un bello spettacolo. Come tutte le grandi tragedie della storia, il tramonto di Berlusconi mescola insieme comico e drammatico, farsa e tormento, in un impasto dolceamaro dal sapore indefinibile, un autunno del patriarca dalle grottesche tonalità. I toni grotteschi erano accentuati dallo sconcerto muto della folla acclamante, dalla stizza impotente del contuso, dalla litania lamentevole di quell’anonimo signore che, con fare atterrito e trepido accento del sud, correva dietro al corteo presidenziale in allontanamento gridando “Presidente siamo con te! Tieni duro!”. Pover’uomo! Vittima di una classe politica che ha saputo donargli solo emigrazione, disoccupazione, semianalfabetismo; e a quella stessa classe politica (di cui Berlusconi è a tutti gli effetti un esponente di spicco, sia pure non necessariamente il più inguardabile) egli si aggrappa con la disperazione di un naufrago che crede ancora nella clemenza delle onde. Forse solo Flaubert o Zola sarebbero riusciti a delineare un personaggio così paradossale.

La seconda considerazione che mi ha spento il sorriso attiene invece all’ormai palese strategia di destabilizzazione che la Madrepatria (chiamerò così, da adesso in poi, le potenze straniere che detengono il controllo politico-economico delle colonie europee) ha posto in essere e, da qualche mese a questa parte, intensificato per rimuovere dallo scenario politico italiano un personaggio che ha sempre considerato, e considera oggi più che mai, una palla al piede delle sue prospettive egemoniche sul nostro continente. Chiarisco: riguardo a questo episodio non mi sento particolarmente complottista. Non credo affatto che le ferite di Berlusconi siano state realizzate con Photoshop o che l’attacco sia una messinscena o che la mano di Tartaglia sia stata armata dalla CIA. Non mi risulta che la CIA abbia mai utilizzato modellini in metallo di noti capolavori architettonici per eliminare i suoi bersagli. Sarebbe un modus operandi decisamente inconsueto. Ho sentito dire che Obama sta tagliando i fondi all’intelligence, ma che siano già ridotti a sostituire i Carcano 91/38 con il lancio della paccottiglia non riesco a crederlo. Eppure la situazione politica italiana di questi giorni ha un inconfondibile gusto di deja vu. C’è la “rivoluzione democratica spontanea” del popolo oppresso che ha finalmente trovato il suo colore: il viola, un colore che in Italia porta sfiga e che nessun PR autoctono sano di mente si sarebbe mai sognato di scegliere per un movimento di protesta. C’è il balletto dei congiurati che condannano in pubblico il clima d’odio e la violenza di piazza e si preparano in privato a prendere il posto del deposto sovrano. Fini ha già annunciato ai suoi marescialli l’imminente “regime change”, affermando testualmente in una riunione: “Berlusconi è morto. Mor-to. Lo capite? A maggio non sarà questo l’assetto politico.” E se lo dice lui, buona camicia a tutti. Scommettiamo che rivedremo il “movimento viola”, com’è ormai consuetudine internazionale, a contestare la prevedibile vittoria elettorale berlusconiana delle eventuali elezioni anticipate, denunciando brogli e acclamando a furor di popolo il nuovo quisling inviato dalla Madrepatria come nunzio di una nuova primavera politica?

Soprattutto – ed è la cosa più inquietante - c’è all’opera la figura ormai canonica del “pazzo isolato” che abbatte “spontaneamente” l’odiato monarca, dando voce all’insofferenza dei dominati e realizzando così (per pura coincidenza) le mire geostrategiche dei dominanti. Ripeto, oggi non mi sento particolarmente complottista: però quando sullo scenario storico fa la sua comparsa il “pazzo isolato”, l’evoluzione della trama diventa di solito prevedibile. Fornisco qui di seguito un breve ed incompleto elenco di “pazzi isolati” del Novecento le cui mitiche gesta hanno sempre rimodellato la politica internazionale nel senso desiderato dai suoi progettisti.

Potremmo iniziare da Gaetano Bresci, “anarchico” italoamericano pazzoide, venuto direttamente da Paterson, nel New Jersey, per ammazzare a Monza il re d’Italia Umberto I, il 29 luglio 1900. La storiografia successiva evidenzierà i legami di Bresci con la Mano Nera americana (antesignana della mafia) e con Maria Sofia di Borbone, mettendo in luce l’assurdità del suo successivo “suicidio” nel penitenziario di Santo Stefano a Ventotene. Ma si tratta di ricostruzioni che restano confinate agli ambienti della storiografia specialistica e che al grande pubblico devono restare ignote.

Altro “anarchico” sparatore è Leon Czolgosz, che il 6 settembre 1901 esplose due colpi di pistola contro il presidente degli Stati Uniti William McKinley, in visita al Tempio della Musica di Buffalo, New York. Mc Kinley morirà otto giorni dopo. Durante la sua presidenza si era opposto con determinazione al sistema monetario voluto dai banchieri ebraici, primi fra tutti i Rothschild, che mirava all’istituzione di un conio illimitato di valuta, non legato al “gold standard”. La sua morte aprirà la strada al Federal Reserve Act del 1913, con cui l’emissione di moneta americana verrà affidata ad un ente privato, sotto il controllo della finanza ebraica. Leon Czolgosz verrà giustiziato sulla sedia elettrica, con straordinaria rapidità, appena un anno dopo l’attentato.

Citerò Alfredo Costa e Manuel Buiça, i due membri della Carboneria portoghese (a sua volta legata alla Massoneria internazionale) che il 1° febbraio 1908 assassinarono a Lisbona il re del Portogallo Carlo I e l’erede al trono Luigi Filippo, ponendo fine all’esperimento di lotta alla corruzione pubblica del primo ministro Joao Franco, togliendo agli inglesi ogni concorrenza sui domini coloniali in Africa e aprendo la strada alla futura dittatura salazarista. Costa e Buiça furono immediatamente giustiziati dalle guardie reali sul luogo stesso del regicidio e non poterono mai chiarire i propri legami con i poteri internazionali.

Potremmo proseguire con Gavrilo Princip, l’uomo che sparando all’Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, erede al trono di Austria-Ungheria, e a sua moglie, la contessa Sophie, rappresentò la scintilla che fece esplodere la Prima Guerra Mondiale. Anche lui era finanziato, insieme ai suoi compagni anarchici di Bosnia, dalla Mano Nera americana, una pedina in un gioco molto più grande di lui.

En passant, nominerò Herschel Feibel Grynszpan, il diciassettenne ebreo polacco che il 7 novembre 1938 sparò al segretario dell’ambasciata tedesca a Parigi, Ernst vom Rath, scatenando in Germania (almeno secondo ciò che riportano i testi di storia più diffusi) quell’ondata di rappresaglie antiebraiche conosciuta con il nome di “Notte dei Cristalli”. La versione che ci è stata raccontata è solita presentare questa insurrezione come un vero e proprio pogrom, volto a colpire ogni singolo ebreo tedesco, distruggendo luoghi di culto e attività commerciali. La realtà è assai più inquietante e complessa e meriterebbe un approfondimento a parte che prima o dopo mi deciderò a scrivere.

E Lee Harvey Oswald, il “lone gunman” accusato dell’assassinio Kennedy, altro presidente favorevole al ritorno ad una moneta stampata dal governo? Un capro espiatorio, frettolosamente tolto di mezzo da un altro sparatore solitario, Jack Ruby, anche lui legato ad ambienti mafiosi di alto livello.

L’elenco degli attentatori solitari è lungo: fra i più noti ricordiamo Sirhan B. Sirhan, il giordano di origine palestinese accusato di aver sparato a Bob Kennedy, fratello di John, proprio quando Bob si preparava a diventare presidente, riprendendo la politica del fratello; Mehmet Alì Agca, che sparò a Giovanni Paolo II nel 1981 senza riuscire a ucciderlo, in un periodo in cui la Santa Sede era devastata dagli scandali finanziari; e Yigal Amir, il colono ebreo estremista che assassinò nel 1995 il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, colui che nel 1993 aveva firmato gli Accordi di Oslo e aveva stretto la mano di Arafat a Washington, aprendo la strada ad una fase di distensione con i palestinesi che i vertici del potere israeliano non potevano tollerare.

Ora, sia lungi da me ogni intenzione di paragonare il povero Massimo Tartaglia e il suo contundente souvenir a questi ben più illustri ed efficaci predecessori. Neanche Berlusconi è esattamente JFK, se è per quello. Dico solo che la sceneggiatura storica sta assumendo, non so se per calcolo o per coincidenza, un pattern riconoscibile e collaudato. Sfilacciato, magari, deviato in farsa e usurato dalle repliche infinite e dall’inadeguatezza degli attori, ma immediatamente identificabile come il format di un programma televisivo di largo successo. Del resto non è semplice parlare di “gesto nato per caso” se è vero che il regicida, oltre al souvenir incriminato, aveva addosso anche “una bomboletta di spray urticante, una lastra in plexiglass di venti centimetri, un crocifisso in gesso lungo circa 30 centrimetri, un soprammobile in quarzo e un accendigas di grosse dimensioni”. E’ difficile spiegare falle tali nelle misure di sicurezza da permettere ad un individuo, che era stato visto pochi minuti prima inveire e bestemmiare contro il premier, di avvicinarsi indisturbato al suo bersaglio senza che nasca il blando sospetto di una distrazione premeditata. E’ infine impossibile considerare l’intensificarsi degli “avvertimenti” contro Berlusconi succedutisi negli ultimi mesi (dagli scandali sessuali alla sentenza Mondadori, dagli attacchi della stampa internazionale alla defezione degli alleati, dalla crisi familiare pilotata a mezzo stampa alle flosce “rivelazioni” di Spatuzza, dalla funestamente presaga kermesse viola di sabato scorso all’aggressione di ieri) come qualcosa di diverso da un progetto di demolizione controllata preparato con una certa cura ed attuato in vertiginoso crescendo.

Solo che Berlusconi non vuole saperne di morire. Ha resistito e sta resistendo ad un fuoco incrociato di tale potenza che avrebbe abbattuto da un pezzo non solo un qualunque altro primo ministro di qualunque nazione del globo ma un intero battaglione di marines. Soprattutto, cosa più stupefacente, ha resistito e sta resistendo alla frana dell’illusorio sogno di benessere nazionale e di propagazione metafisica della ricchezza che lo aveva condotto al potere nel 1994. Mi ricorda Al Pacino nel finale di “Scarface” di Brian De Palma, che imbottito di pallottole dagli avversari venuti per ucciderlo sfida ogni legge fisica e medica, non crolla e resta furiosamente in piedi a sparare contro gli assalitori. Cos’è che lo tiene in piedi? E’ davvero soltanto la paura di perdere il suo impero, la cui salvezza potrebbe tranquillamente contrattare con i suoi persecutori in cambio della dipartita politica? E’ un demone interiore, come quello che impedisce a Tony Montana di lasciar spegnere i suoi fastosi progetti di dominio dinanzi alla tuonante banalità di un diluvio d’artiglieria? E’ la protezione della P2, piccola e miserabile realtà massonica poco più che locale se paragonata alla potenza di fuoco a disposizione degli immensi interessi attualmente in gioco?

Mi sono fatto un’idea.

La Storia è un fiume in piena che non arresta mai il suo corso. Può apparire immobile a chi la osserva dalla prospettiva ristretta dell’arco della sua vita, ma, appunto, non resta immobile per più di una vita, cioè per un miliardesimo dell’intervallo che il tempo impiega a batter le ciglia. I rapporti di forza economici tra le nazioni mutano di continuo, nuovi equilibri geopolitici nascono e muoiono, nuove nazioni si affacciano sul palcoscenico degli eventi stravolgendo il vecchio ordine e ribaltandone i parametri. Esistono figure umane che, a loro insaputa e indipendentemente dal giudizio politico ed etico che si può dare di loro, perfino dal raggiungimento degli obiettivi prefissi, fungono da catalizzatori del cambiamento. Re spartani tengono a bada con un pugno di uomini oceanici eserciti mediorientali; condottieri romani conquistano imperi e rimodellano a propria immagine le istituzioni repubblicane; testarde regine inglesi fanno a pezzi la flotta più potente del mondo con un’armata di piccoli e rapidi vascelli; oscuri sottotenenti francesi approntano strategie militari che rovesciano imperi e trasfigurano il volto dell’Europa. Questi piccoli o grandi uomini sono agenti del divenire storico e la Storia è profondamente indifferente alle loro qualità e ai loro vizi, alla loro onestà o corruzione, alla loro ferocia o bontà d’animo. Finché lavorano per la metamorfosi dei rapporti di forza sembrano immortali e invincibili, perché il cambiamento è la vita del genere umano e il genere umano è per definizione immortale. Non possono cadere fino a quando la trasformazione di cui sono ingranaggi non sarà stata portata a termine, consentendo al fiume di continuare a scorrere. Solo quando l’opera sarà compiuta potranno lasciarsi cadere a faccia in giù nella loro piscina di Miami e sottoporsi al giudizio dei propri simili, all’irrilevante assoluzione o all’irrilevante condanna. Per tutti coloro che lo amano (e per i molti come me che lo detestano) inizio a pensare che il nostro Scarface nazionale, con i suoi saldi legami con i guastatori dell’ordine imperiale che ci ha accompagnato lungo la seconda metà del Novecento, sia uno di questi coriacei catalizzatori. Se davvero è giunta l’ora del suo tramonto, è un’intera epoca storica che, nel bene e nel male, tramonta con lui, e un’altra ignota si affaccia all’orizzonte, con fisionomie e caratteri che al momento non ci è dato immaginare. Malediciamolo pure, contestiamolo pure, imputiamo pure a lui solo (forse un po’ ingenerosamente) tutti i disastri che l’epoca di transizione storica ha prodotto nelle nostre vite. Bersagliamolo pure con le miniature del Duomo, se la cosa diverte. Mi accontenterei che lo facessimo nella consapevolezza di non essere noi a governare e guidare la nostra mano.

Gianluca Freda
Fonte:http://blogghete.blog.dada.net/
Link:http://blogghete.blog.dada.net/archivi/2009-12-15
15.12.2009
=paO=
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Messaggio Da =paO= Gio Dic 17, 2009 11:27 pm

E ANCORA....
DI VITTORIO ZAMBARDINO
zambardino.blogautore.repubblica.it

L’odio nasce in rete o la rete si limita a mostrarcelo?

Premessa: il 18 dicembre sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il pacchetto di norme approvate dal Parlamento europeo in cui l’accesso e l’uso di internet per la propria espressione personale viene definito un “diritto fondamentale” del cittadino dell’Unione. Diritto fondamentale… Davanti a certe affermazioni – come quelle del ministro Ronchi e del sottosegretario Mantovano – gli appartenenti al nocciolo duro dell’utenza internet la mette in burla. C’è chi pensa che non ci sia censura applicabile alla rete internet per i maghi del computer. E’ vero. Ma milioni di italiani che si esprimono in rete non sono maghi di internet. Sono persone comuni che scrivono cose normali, pubblicano foto di famiglia e citano la musica che gli piace. La loro libertà è in pericolo.

Ogni tanto qualcuno o molti di loro entra in un gruppo a cuor leggero: che si tratti di “uccidiamo Berlusconi” o di “buttiamo a mare l’immigrato” la grande maggioranza lo fa come se esprimesse una fantasia momentanea, una di quelle follie che tutti pensiamo in momenti di ira, e che la coscienza personale e civile filtra e manda nel cestino delle cose sporche dell’anima (Sì è vero, poi c’è qualcuno che non le filtra, e lancia una statuetta del duomo, ma cosa c’entra la rete? Gli attentatori del passato avevano internet?). Fa parte del nuovo col quale viviamo, questa leggerezza dello strafalcione: una libertà che i politici prendono per sé quando si tratta di manipolare nei media “tradizionali”. In altri paesi gli utenti internet sono più moderati, è vero. Ma in altri paesi non ci sono politici che fanno la guerra civile verbale all’ora del tg e ministri che insultano intellettuali e dipendenti dello stato a ogni passo. La rete “segue” e “mima”, non crea.

Gli esponenti di governo che parlano di monitorare la rete – ne siamo certi – sarebbero pronti a dire che chi si comporta bene “non ha niente da temere”. Ma intanto invocano filtri e controlli (e repressioni) che, per lo stesso fatto di essere evocati, invitano chi dovrà compiere quelle indagini a una difficile corsa ad ostacoli contro la privacy e la libertà d’espressione, correndo il pericolo di deragliare ad ogni passo dalla legalità. Perché “monitorare” qui non significa accertare chi ha aperto un gruppo, operazione in sé banale per una forza di polizia attrezzata. Ma si tratta di invocare puramente e semplicemente la cancellazione di una espressione del pensiero, e di passata “registrare” chi l’ha fatta. Insomma “tenere memoria” di chi ha detto cosa, nevvero?

Non c’è bisogno di essere esponenti del centro destra per pensarla così. Un ministro del centro sinistra si rese famoso anni fa per una invocazione all’applicazione del modello cinese di filtri internet all’Italia. Succede ogni volta che attraverso la rete si esprimono opinioni o sentimenti ripugnanti o comunque disdicevoli. Le si pone alla base di un fenomeno criminale da reprimere, non come manifestazioni di quel fenomeno. Da qui poi si passa alla rappresaglia verso il contenitore di quei pensieri. E’ un caso si discute in questi giorni.

In questa settimana avrà la parola al processo di Milano la difesa dei dirigenti di Google che sono a giudizio per il caso del bambino autistico abusato dai suoi compagni e del relativo video, realizzato dai suoi assalitori, e pubblicato su Google Video. I magistrati della pubblica accusa invocano “controlli preventivi” da parte di Google e pongono la mancata esecuzione di quei controlli alla base della loro richiesta di condanna. Si tratta di richieste (quelle del magistrato, quelle dei ministri) assurde: cosa le accomuna? Nel caso dei ministri si pensa di eliminare una espressione di pensiero solo perché ripugnante. Ma chi stabilisce la soglia di sopportazione della ripugnanza? Il governo? Forse l’onorevole Carlucci, che poco fa ha sobriamente parlato di social network come luogo di delinquenti?

Siamo o no in uno stato di diritto dove la libertà di espressione è tutelata in costituzione? E questa libertà non si applica forse ai casi limite, al controverso e all’ambiguo? Ma qui gli esponenti politici invocano il codice penale, e la fattispecie dell’istigazione a delinquere. Operazione concettuale analoga a quella dei magistrati che chiedono la condanna di una piattaforma web che ha ospitato quello schifoso video. Queste due posizioni condividono l’equivoco di equiparare Facebook ai giornali e Google Video (o YouTube) a un canale televisivo.

Non vedono che con questi mezzi è arrivata anche ai comuni cittadini la capacità di esercitare l’espressione dei propri pensieri, senza alcuna altra mediazione. Non ci sono direttori responsabili dentro Facebook, e se qualcuno commette dei reati, la responsabilità penale resta personale. Si cerchino gli individui che quel reato hanno commesso, li si processi. Ma non si cancelli lo strumento in cui quella libertà si esprime – anche nel gruppo che inneggiava a Tartaglia c’erano i contrari, ed esercitavano la loro libertà di dirsi contrari.

Ma al fondo di tutto, c’è altro e peggio che prende tutta la società italiana. C’è questa voglia di menare le mani su tutto ciò che è fuori schema, questo pensiero sommario per cui bisogna eliminare il messaggero che porta le cattive notizie. Come se eliminato quello, avessimo risolto il problema. Dimenticano la lezione della storia, che la libertà si esercita nei casi limite e che la libertà esiste anche per gli imbecilli, e va pure tutelata anche e nonostante loro. Se non accetti l’imbecille che inneggia alle statuette del duomo, non fermi quelli che odiano Berlusconi al punto da volerlo morto. Continui solo a governare secondo uno stato mentale di guerra, di conflitto dall’alto, di repressione come defoliante del pensiero. La prima vittima è la libertà individuale.

Vittorio Zambardino
Fonte: http://zambardino.blogautore.repubblica.it/
Link. http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2009/12/14/gli-utenti-internet-pagheranno-per-tartaglia/
14.12.2009


Ultima modifica di =paO= il Gio Dic 17, 2009 11:38 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da OvittaCopuLli Gio Dic 17, 2009 11:30 pm

mah sinceramente ho sperato molto spesso nella morte di belusconi...il gesto in se ok è da condannare giustamente è comunque un aggressione ad una persona..ma pensando che quella persona è lui che nonostante tutto quello che ha fatto sta ancora lì beh come puoi non giustificare tartaglia?

il fatto è che ora lui silvio userà questa cosa a suo favore..anzi già lo sta facendo!!!
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Messaggio Da =paO= Gio Dic 17, 2009 11:36 pm

OvittaCopuLli ha scritto:anzi già lo sta facendo!!!

SadSadSadSadSadSadSadSadSadSadSadSadSadSadSadSad Quant'è vero!
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Messaggio Da zeelfs Dom Dic 20, 2009 2:56 pm

Light. ha scritto:
zeelfs ha scritto:Come tutti sapete, pochi giorni fa il presidente del consiglio è stato aggredito in piazza del Duomo a Milano da Tartaglia, un quarantenne, che da quanto viene detto è affetto da gravi problemi psichici...
io pian piano sto sviluppando una teoria tutta mia sulle reazioni delle varie persone riguardo questa faccenda =)
allora... la reazione delle persone di sinistra o che piu o meno tendono verso quello schieramento politico è disibile in due pensieri :
Ci sono quelli che sono assolutamente d'accordo con quello che a fatto Tartaglia e, anzi, avrebbero tanto voluto che gli avesse tirato quella statuetta con piu forza ...
Gli altri invece anche se magari nn sono d'accordo con il pensiero Berlusconiano ritengono quest'atto incivile, e dicono che Tartagia è un malato mentale

Poi ci sono quelli piu o meno di destra che io per lo piu identifico in un solo pensiero: ritengono Tartaglia un pazzo schizzato, credono che il povero Berlusconi è aggredito da tutti, Tartaglia è un incivile etc...


beh.. si io circa all'inquasi ho visto queste reazioni nei miei amici, conoscenti etc..
io penso... viva la pace e l'amore, ma in questo caso... MUHAHAHA XD
voi che ne dite di tutto questo mio ragionamento malsano e contorto? e che ne pensate di cio che è successo al povero Silvio??

siamo in due ad essere malsani e contorti! Xd

ahahahahah Very Happy
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Messaggio Da =paO= Dom Dic 20, 2009 5:17 pm