I know you'll never leave me

beh, si sa che i titoli non sono il mio forte...
comunque questa è la mia prima James/Lily. mi è venuta come un'immagine e l'ho scritta di getto. il fatto è che, leggendo qua e là, tutte le James/Lily in genere sono storie interminabili di un settimo anno con una Lily seriosa e menosa e un James affascinante e rompiscatole, e la storia di come si misero insieme. poi ho pensato che, se a 20 anni avevano un figlio, prima o poi si saranno effettivamente messi insieme. quindi me li sono immaginata già innamorati e tutto. è una storiella senza pretese, davvero. ah, e inizialmente non doveva finire così, ma quando ho scritto l'ultima frase suonava molto...definitiva. ci ho messo un po' per decidere che era finita così, e non ne sono ancora completamente convinta.
oneshot, era solo un'immagine.
rating: potete lasciare i bambini da soli, non c'è proprio nulla di sconvolgente. non è esattamente porno....
spero che non vi faccia schifo

I KNOW YOU’LL NEVER LEAVE ME
La pioggia scrosciava fuori dalla finestra, nel buio della notte. Lily ascoltava il rombare lento del temporale, la fronte appoggiata contro il vetro gelido, cercando di non pensare, cercando di dimenticare. Un letto vuoto, a pochi metri dal suo, pareva urlarle addosso la crudele verità.
Kelly McGee, la proprietaria di quel letto, si trovava a molte miglia da lì, strappata alle confortevoli mura della sua scuola dall’orribile assassinio dei suoi genitori. L’artefice di un omicidio così efferato, neanche a dirlo, era lui, l’unico mago talmente oscuro da incutere terrore con il solo suono del proprio nome, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
Aveva pianto, Lily, quel pomeriggio, quando era arrivata la notizia. Avevano pianto le sue compagne di stanza. Aveva pianto Kelly, disperata, accasciata a terra, scossa dai singhiozzi, immune ai deboli tentativi della McGranitt di confortarla. Affrontava, da sola, il pericolo di allontanarsi da quella scuola, dall’unico luogo sicuro per tutti loro, per raggiungere sua nonna, per sostenersi a vicenda, per dare l’ultimo addio ai suoi genitori.
Lily Evans non riusciva a dormire. Non voleva, non poteva dormire, quando nel mondo in cui viveva succedevano cose così ingiuste. Kelly non era la prima, tra i suoi compagni, a subire per le scelleratezze di quell’uomo malvagio, e non sarebbe stata l’ultima, purtroppo. Con angoscia, Lily volse il pensiero ai suoi genitori, nella loro casa babbana nella periferia londinese, presumibilmente al sicuro, possibili vittime future. Al posto di Kelly, avrebbe potuto esserci lei. Per un attimo, immaginò il marchio nero aleggiare sulla sua casa, e nuove, calde lacrime sgorgarono copiose dai suoi begli occhi verdi, incredibilmente chiari nella penombra della stanza. Si raggomitolò su se stessa, mentre un brivido di paura le percorreva la schiena, e desiderò di non essere lì, da sola, al freddo. Desiderò di trovarsi altrove, tra due braccia forti e rassicuranti, due braccia che ben conosceva, che l’avrebbero confortata: le braccia di James.
Scese dal davanzale sul quale era appollaiata e si asciugò gli occhi umidi. Tirò un profondo sospiro passandosi le mani fra i lunghi capelli rossi, quando una voce la fece quasi sobbalzare.
- tutto bene, Lily?
Era Mary Anne. Anche lei sveglia, come tutte loro. Ognuna nel proprio letto, nessuna voglia di parlare, nessuna in grado di dormire.
- Sì…più o meno. Scusate, ragazze, torno subito.
E lasciandosi dietro i loro sguardi perplessi, stupiti, comprensivi e addolorati, si chiuse alle spalle la porta del dormitorio. Avrebbe infranto parecchie delle regole che, come Caposcuola, cercava (in molti casi invano) di far rispettare agli studenti di Hogwarts, recandosi nel suo dormitorio. Non l’aveva mai fatto, nonostante le sue leggere insistenze. Ma questa notte era diverso. Questa volta aveva bisogno di lui, subito.
Sbucò nella sala comune deserta e imboccò la scala per i dormitori maschili. Ma non arrivò a bussare alla sua porta, perché lo trovò lì fuori, che scendeva.
- Sei tu.- la salutò, per nulla sorpreso di trovarla lì. – Stavo venendo a cercarti.
- Voi ragazzi non potete accedere ai nostri dormitori!- rispose, scioccamente.
- Lo so…io…sapevo che eri sveglia. Lo sentivo. Ti avrei aspettata in Sala Comune, ma sei qua…
Lei gli si gettò tra le braccia, subito accolta dalla sua stretta forte, calda, sicura. Respirò il profumo della sua pelle, abbandonandosi contro il suo petto ampio. Lacrime timide le annebbiarono nuovamente lo sguardo, e una mano amica si insinuò dolce fra i suoi capelli, accarezzandole la nuca, subito accompagnata dalla sua voce vellutata:
- Come ti senti?
- Ho paura…
Un bacio lento le si posò su una tempia, e le sue braccia la avvolsero più strettamente.
- Kelly come sta?
- E’ andata via, da sua nonna. Era distrutta, mi sento così male per lei…
Un silenzio ovattato li avvose, il gelo portato da quelle parole li fece rabbrividire e stringersi più forte l’uno all’altra. Fu James a romperlo per primo:
- Vieni, andiamo in Sala Comune.- le disse, prendendola per mano.
Il fuoco nel camino si accese al loro passaggio, rendendo subito accogliente e confortevole la sala. James spinse una poltrona comoda verso le fiamme scoppiettanti e vi prese posto insieme a Lily. Per un po’ nessuno dei due disse nulla, si limitarono a restare vicini. James le accarezzava i capelli, lei gli cingeva la vita. Entrambi fissavano senza scopo l’infinito mutare del disegno infuocato davanti ai loro occhi.
- Li conoscevi?- domandò Lily, infine.
- Erano amici dei miei. Erano delle brave persone.
James fissava ancora il camino, il bel viso impenetrabile, lo sguardo perso, i pensieri nascosti dietro una maschera impassibile…
- Sei preoccupato?
- Erano Auror…come mio padre.
Lily gli accarezzò con dolcezza una guancia. Ebbe un sussulto, e le lacrime ripresero a scenderle copiose sul viso. James si voltò a guardarla, preoccupato.
- Cosa c’è, ho detto qualcosa…?
- James…non è terribile?- singhiozzò lei. –una fine così…senza senso…e loro erano…erano Auror, cavoli! Chi meglio di loro poteva… e i miei… loro non sanno…non sanno…
Il volto di James era triste mentre le cingeva le spalle e le guidava la testa contro l’incavo del proprio collo.
- shhh…non ci pensare. Andrà tutto bene, ok? Sono sicuro che staranno bene…
- Ho paura, James!- ripetè lei, stringendosi alle sue spalle forti.
- Lo so. Anch’io ne ho: tutti ne abbiamo. Ma è inutile, non serve. Dobbiamo prepararci a combattere, per defendere noi stessi e quelli che amiamo. Soprattutto quelli che amiamo- aggiunse, avvicinandola a sé.
- Ma io non voglio combattere. Non è giusto, non possiamo avere una vita normale? Degli amici, una famiglia…non dover essere sempre così angosciati…non temere di svegliarsi e scoprire…di aver perso tutto quanto…
Alzò gli occhi bagnati verso il viso che amava così tanto. Lo vide avvicinarsi a lei, rispose al suo bacio dolce. Per un attimo riuscì a lasciar fuori tutto il resto, si aggrappò con tutte le sue forze a quella sensazione, al bacio di James, al senso di sicurezza e protezione che emanava. Lui non l’avrebbe mai abbandonata, di questo era sicura.
Ma poi l’attimo passò, trascinandosi dietro il beato oblio. Rimasero loro due, due ragazzini, due diciassettenni che portavano sulle spalle il peso degli orrori di una guerra che li costringeva a schierarsi, a scegliere da che parte stare, già così giovani.
Loro avevano scelto, senza esitazioni. L’angoscia e il terrore erano il prezzo da pagare per aver fatto la scelta giusta.

FINE

Complimenti, mi è davvero piaciuta!
E devi sapere che di solito io sono mooolto critico quando leggo le fanfictions degli altri, eccezion fatta per alcuni, pochi, eletti XD
Ma invece è proprio bella! Per nulla banale, con molto spessore nonostante sia una oneshot. E poi scrivi bene! E mi piace molto la conclusione.

davvero???guarda, mi hai reso proprio felice...se stavi mentendo spudoratamente non me lo dire;)
non ho praticamente mai pubblicato niente, quindi non ho bene idea di che effetto facciano le cose che scrivo...sono contenta che ti sia piaciuta!!!^^